Filosofia

35 risultati trovati

    • Emma Giammattei   

      Il redivivo

      Benedetto Croce e il quaderno segreto

      Il ritrovamento di un quaderno autografo di Pasquale Croce, che il figlio Benedetto avrebbe tenuto sul suo scrittoio per tutta la vita, aiuta a rileggere in una luce nuova e radente la biografia del grande filosofo.

      Il Redivivo è il titolo del poemetto di Victor Hugo, Le Revenant, tradotto dal filologo Isidoro Del Lungo. Fu trascritto nel febbraio 1866 a Pescasseroli dal padre di Croce, il quale identificava nella dimensione mitica della rinascita il dramma familiare della morte di un bambino, Benedetto, e della sostituzione col nuovo nato, dal medesimo nome.

      Nel libriccino messo in salvo (forse dalle stesse macerie di Casamicciola) è rintracciabile una sorta di «tema natale», il motivo di fondo del pensiero crociano, dove il Sopravvissuto e il Redivivo si incontrano e si riconoscono.

      Attraverso le tragedie del secolo e le sventure del singolo, oltre le rovine ci sarà sempre un mondo da ricostruire.

      Nel racconto permanente dell’epilogo che si fa rinnovato inizio, è racchiuso il significato individuale di un perentorio e grandioso memento vivere.

    • Maurizio Pancaldi    Maurizio Villani   

      La biblioteca filosofica

      100 grandi opere dall’antichità ai giorni nostri

      Quali sono le grandi opere della filosofia che hanno influenzato in modo decisivo la storia del pensiero e che continuano a segnare il nostro modo di pensare? Questo volume prova a rispondere proponendo una selezione di 100 titoli, un ideale canone della tradizione filosofica occidentale: dalla filosofia greca e romana fino ai giorni nostri, passando per il pensiero medievale e moderno. Testi fondamentali che tutti vorremmo e, forse, dovremmo conoscere. Un’opera indispensabile per chiunque sia appassionato di filosofia, da leggere tutta d’un fiato o da tenere sempre a portata di mano per consultarla di volta in volta.

    • Maria Rosa Antognazza   

      Leibniz

      Una biografia intellettuale

      Tra tutti i pensatori del secolo dei geni che inaugura la filosofia moderna, nessuno visse una vita intellettuale più ricca e variegata di Gottfried Wilhelm Leibniz (1646-1716). Formatosi come giurista e in seguito assunto come consulente, bibliotecario e storiografo di corte, Leibniz diede importanti contributi alla logica, alla matematica, alla fisica e alla metafisica. Allo stesso tempo guardò alle proprie aspirazioni in termini sostanzialmente etici e teologici, e sposò i propri interessi teoretici con la politica, la diplomazia e un’ampia gamma di riforme pratiche: giuridiche, economiche, amministrative, tecnologiche, mediche ed ecclesiastiche. La pionieristica biografia di Maria Rosa Antognazza non solo esamina l’ampiezza e la profondità di questi interessi teoretici e di queste attività pratiche, ma le intreccia insieme per la prima volta in un ritratto a tutto tondo di questo pensatore unico, nonché del mondo da cui proveniva. Al centro della vasta gamma di imprese in apparenza eterogenee di Leibniz, Antognazza rivela un unico progetto dominante che dà unità al lavoro di una vita straordinariamente poliedrica. Attraverso le vicissitudini della sua lunga esistenza, Leibniz perseguì tenacemente il sogno di una riforma sistematica e di un progresso di tutte le scienze, che prosperassero grazie al sostegno di un sovrano illuminato. Queste attività teoretiche erano a loro volta fondate su un obiettivo pratico: il miglioramento della condizione umana e di conseguenza la celebrazione della gloria di Dio. Oltre a tratteggiare i fili che uniscono tali attività teoretiche e pratiche a questo piano onnicomprensivo, l’illuminante studio di Antognazza segue a ritroso questi stessi fili fino alle tradizioni intellettuali del Sacro Romano Impero nel quale Leibniz visse e fino all’ampia rete di legami intellettuali che lo collegò a mecenati e corrispondenti in paesi distanti come la Russia e la Cina.

    • Galileo Galilei   

      Il Saggiatore

      Edizione commentata a cura di Michele Camerota e Franco Giudice

      Nessuna opera meglio del Saggiatore ci aiuta a capire la visione della scienza di Galileo. Nato dalla disputa con il gesuita Orazio Grassi sulla natura delle comete apparse nei cieli europei nella seconda metà del 1618, Il Saggiatore va ben oltre l’oggetto della polemica scientifica: è a tutti gli effetti il manifesto di un nuovo modo di pensare, di una filosofia naturale destinata a dominare la scienza moderna. Pubblicata nell’ottobre 1623, l’opera esprime la piena consapevolezza della portata rivoluzionaria del nuovo sapere, inaugurato dallo stesso Galileo con le straordinarie scoperte telescopiche del 1610, quando aveva ridisegnato la geografia del mondo ed esteso i confini dell’universo.

      È nel Saggiatore che Galileo espone la sua celebre dottrina secondo cui la natura è dotata di un ordine e di un’armonia di tipo geometrico, e va quindi letta come un libro. Non un libro come quelli scaturiti dalla fantasia dei poeti, ma un libro scritto in linguaggio geometrico, che può essere compreso soltanto da chi è in grado di «conoscer i caratteri, ne’ quali è scritto» (triangoli, cerchi ecc.).

      Il Saggiatore è inoltre un capolavoro di scrittura, con una prosa scintillante che rappresenta una delle vette più alte della letteratura italiana del Seicento, dove la ricchezza del registro linguistico è sempre ancorata al rigore scientifico delle argomentazioni. Tutti elementi che, non a caso, saranno apprezzati da grandi scrittori come Leopardi e Calvino. Un’opera trasgressiva, colma di graffiante ironia, che continua a sorprenderci ogni volta che la leggiamo, nonostante siano passati quattro secoli dalla sua pubblicazione.

    • Thomas Alexander Szlezak   

      Platone

      L’invenzione della filosofia in Occidente

      In questa biografia Szlezák, tra i più acuti interpreti di Platone, introduce a un modo nuovo di leggere e comprendere la sua filosofia, sottolineandone l’importanza intramontabile e seguendo il suo cammino verso il vero, il bello e il buono.

      Platone è una delle pietre miliari della filosofia greca. I dialoghi sono i luoghi dove si dispiega il suo progetto filosofico: il disegno di un sapere senza precedenti, di una filosofia in grado di intrecciare e tenere insieme etica, politica, scienza e ontologia. Platone, però, non è soltanto una delle vette assolute della filosofia greca, è anche una delle figure più rilevanti della storia delle idee.

      Come si conviene a ogni buon biografo, Szlezák non si limita ad avvicinarci al Platone filosofo, ma fornisce un ritratto completo del Platone uomo, recuperandone la dimensione storica. E nel farlo passa in rassegna i dialoghi e le lettere, affrontando questioni centrali come l’autenticità, lo stile e la cronologia delle opere. Su questo sfondo, vengono analizzati e spiegati in dettaglio il pensiero sullo Stato, la cosmologia, la teoria delle idee e quella dei principi, senza dimenticare di mettere a fuoco il carattere religioso della filosofia platonica: l’idea del bene, “principio di tutto”. Emerge così un Platone a tutto tondo che, grazie alla sorprendente vitalità dei suoi dialoghi, continua a essere più attuale che mai.

    • Gareth Stedman Jones   

      Karl Marx

      Grandezza e illusione

      Una storia intellettuale frutto di un lavoro di ricerca impeccabile, dove il pensiero di Marx emerge dalle sfide politiche, economiche, religiose del XIX secolo.

      In un’epoca dominata da nuove idee su Dio, sulle capacità umane, sul lavoro, sulla rivoluzione, sugli imperi e sui sistemi politici – e più di ogni altra cosa, sulla forma da dare al futuro – il contributo di Karl Marx fu indubbiamente il più inconfondibile e significativo.

      Nato in Renania in una famiglia di origine ebraica, Marx dedicò la sua intera vita al tentativo di comprendere le paure e di intercettare le speranze del mondo del XIX secolo. La biografia di Stedman Jones ripercorre il cammino attraverso cui Marx elaborò le sue rivoluzionarie idee in anni di grande fermento intellettuale,mettendone in evidenza l’impatto sulla sua epoca.

    • David Edmonds   

      L’assassinio del professor Schlick

      Ascesa e declino del Circolo di Vienna

      Un saggio storico tinto di giallo, ambientato in uno dei momenti più bui della storia d’Europa, sullo sfondo della catastrofe economica e dell’ascesa di Hitler.

      Protagonista è il Circolo di Vienna, influente gruppo di brillanti pensatori guidato da Schlick, impegnato in una lotta contro la metafisica e le pseudoscienze in una città che veniva inghiottita da fascismo, antisemitismo e irrazionalità.

      Il 22 giugno 1936 Moritz Schlick, professore di filosofia, era diretto verso la sua aula per tenere lezione quando fu ucciso da un colpo di pistola sulla scalinata dell’Università di Vienna da Johann Nelböck, un ex alunno con problemi mentali. Quando Nelböck durante il processo affermò che il suo ex professore stava diffondendo una pericolosa filosofia ebraica, alcuni giornali austriaci presero le difese di quel folle gesto.

      Tra i membri del Circolo di Vienna ci furono Otto Neurath, Rudolf Carnap e l’eccentrico logico Kurt Gödel, mentre ai suoi margini si mossero altri due titani della filosofia del Novecento, Ludwig Wittgenstein e Karl Popper.

      Edmonds ricostruisce la storia del positivismo logico nel milieu viennese con uno stile da raffinato narratore, rievocando il sapore artistico e politico dei dibattiti nei caffè degli anni Venti.

    • Peter Burke   

      Il genio universale

      Una storia culturale da Leonardo Da Vinci a Susan Sontag

      La prima storia del genio universale in Occidente, dal XV secolo a oggi. Da Leonardo da Vinci a Bacone, da Goethe a Oliver Sacks e a Susan Sontag, le menti poliedriche hanno spostato le frontiere della conoscenza in innumerevoli modi. Ma la storia può risultare poco riconoscente verso studiosi dagli interessi così enciclopedici. Troppo spesso queste persone sono ricordate per conquiste degne di nota in un solo ambito del sapere.

      Peter Burke, rinomato storico della cultura, propone invece una visione a tutto tondo che cambia profondamente la nostra comprensione di questa notevole specie intellettuale. Identificati 500 geni occidentali, esplora i loro successi ad ampio raggio e mostra come la loro ascesa abbia finito per coincidere con una rapida crescita della conoscenza all’epoca dell’invenzione della stampa, della scoperta del Nuovo Mondo e della rivoluzione scientifica.

      Solo in tempi più recenti l’ulteriore accelerazione della conoscenza ha portato a una iperspecializzazione e in generale a un ambiente che supporta meno studiosi e scienziati dal genio multiforme.

    • Fulvio Papi   

      Dizionario Marx Engels

      Questo dizionario, unico nel suo genere, raccoglie i termini filosofici, politici, economici, storici che nelle opere di Marx ed Engels costituiscono le strutture concettuali portanti. Tra questi: alienazione, valore, capitale, libertà, ideologia, classe, concezione materialistica della storia, stato, feticismo della merce, famiglia, comunismo, modo di produzione, forme trasformate, prezzo, proletariato ecc.

      L’opera rintraccia circa 300 lemmi, che possono essere divisi in tre classi: i concetti che appartengono all’originale lavoro teorico di Marx ed Engels, quelli che derivano da altre esperienze culturali ma hanno un particolare valore, i lemmi del linguaggio comune che si riferiscono a temi di rilievo per i due pensatori.

      Il dizionario vuole mettere a disposizione del lettore il significato originario dei concetti, ovvero quello che è ricavabile solo direttamente dai testi di Marx ed Engels. È stato fatto uno sforzo diretto per decondizionare il significato dei termini dalle tradizioni interpretative e conflittuali dei marxismi. Il criterio di massima che regola lo svolgimento delle singole voci è quello di seguire lo sviluppo di un concetto nella progressione storica che esso ha nelle opere di Marx ed Engels indicando le ragioni interne delle trasformazioni, metamorfosi, equilibri e deperimenti.

      Pubblicato originariamente da Zanichelli nel 1983, questo dizionario resta ancora oggi uno strumento di informazione esatta e di consultazione

      scientifica, utile per comprendere con chiarezza i concetti fondamentali di Marx ed Engels. Uno strumento che, attraverso la trama dei significati, consente una conoscenza diretta del pensiero di Marx ed Engels e, implicitamente, indica la profondità della sua storia.

    • Gianpaolo Bellini    Evandro Agazzi   

      L’uomo nell’era della tecnoscienza

      Dialogo tra un fisico e un filosofo

      Il dialogo prende le mosse dagli atteggiamenti contraddittori di fronte a scienza e tecnica.

      Da un lato, la scienza permette di spiegare la materia e l’Universo, con leggi fisiche che incantano per la loro perfezione, e studia la genetica e il funzionamento del cervello dell’uomo. Eppure, non mancano atteggiamenti diffidenti o scettici proprio nei confronti delle conoscenze che forniscono le chiavi per interpretare la realtà.

      Dall’altro, la tecnica investe in forme sempre più importanti la vita quotidiana, con gli estremi di chi non sa farne a meno e di chi oppone un totale rifiuto.

      Indagando queste discrasie, il pensiero scientifico si concilia con filosofia, poesia e arte, con spunti di riflessione complementari che spingono ad appianare antiche dispute tra scienza e filosofia o tra scienza e religione.

      Con prefazione di Armando Massarenti.

    • Ermanno Bencivenga   

      Il teatro dell’essere

      Per anni Bencivenga ha sostenuto che ciascuno di noi è un teatro: sul nostro palcoscenico interagiscono numerosi personaggi, echi di tutti coloro che hanno avuto influsso su di noi. Ma come fare in modo che questa interazione sia ricca e produttiva, che non si trasformi in un rito monocorde o in un incubo distopico? Per rispondere Bencivenga si è rivolto ai maestri del teatro.

      Da Konstantin Stanislavskij ha imparato che le voci sommesse cui perlopiù non diamo ascolto vanno sollecitate a mettersi in luce, come un cacciatore attira un uccello fuori dalla boscaglia. Le diverse ma complementari formulazioni offerte dai suoi allievi Lee Strasberg e Stella Adler gli hanno spiegato come far crescere quelle voci evocando ricordi o coltivando atteggiamenti fisici. La sperimentazione di Jerzy Grotowski ha portato in primo piano il ruolo degli spettatori. Bertolt Brecht ha sottolineato come lo sdoppiamento sia essenziale per non lasciarsi interamente sedurre da un ruolo, per poterlo insieme vivere e giudicare, per prenderne insieme le misure e le distanze.

      Platone aveva scacciato gli attori dalla sua repubblica ideale, per evitare la molteplicità che incarnavano e la distrazione che causavano, impedendo ai cittadini di concentrarsi unicamente sul loro ruolo sociale. Con un’inversione di centottanta gradi, Bencivenga propone una repubblica degli attori, in cui la molteplicità sia la regola e la distrazione uno strumento prezioso.

    • Scott Galloway   

      L’algebra della felicità

      Appunti sulla ricerca del successo, dell’amore e del senso della vita

      Idee su come posizionare il profilo in un mercato del lavoro sempre più affollato, suggerimenti su come scoprire quali siano le decisioni più importanti della vita o come spiegare che l’unica cosa che conta, in fondo, sono i nostri rapporti con gli altri: Galloway intrattiene, ispira e provoca il lettore su questi e molti altri temi, attraverso un’iconica rappresentazione dei sentimenti.

      Sfrontato, godibile e sorprendentemente toccante, L’algebra della felicità offre una prospettiva inusuale su ciò di cui tutti hanno bisogno per raggiungere il successo professionale e l’appagamento personale.

      Il libro ideale per chiunque, in qualsiasi momento della propria vita, stia attraversando un periodo di smarrimento e incertezza.

    • Ermanno Bencivenga   

      Nel nome del padre e del figlio

      Qual è il rapporto fra padre e figlio? Come si costituisce? Quale ne è la sostanza? Ermanno Bencivenga affronta il tema di questa particolarissima relazione attraverso due esempi icastici, che pongono al centro dell’attenzione due testi fondazionali della nostra cultura e ne danno un’interpretazione assolutamente originale.

      Si parte dall’Odissea, che in questa lettura diventa la storia non di Odisseo ma di Telemaco. È Telemaco che sceglie, fra i tanti naufraghi e viandanti che si presentano a Itaca nel corso degli anni dicendo di essere Odisseo, chi sia suo padre. Con un lavoro da detective, esaminando il peso delle varie parti dell’opera e i suggerimenti occasionali di Omero, viene ricostruita la natura arbitraria di questa scelta: che il naufrago in questione sia davvero Odisseo, ci dimostra Bencivenga, in fondo noi non lo sappiamo, e soprattutto non lo sa Telemaco; è lui a deciderlo, è il figlio a stabilire chi sia suo padre.

      Il secondo esempio è Pinocchio, solitamente interpretato in modo edificante come la crescita di un bambino da uno stato meccanico e disarticolato, mediante l’assunzione di responsabilità sociali, a uno stato finalmente umano. Viceversa, questo è il libro di Geppetto, che arriva a scegliere suo figlio e a scegliere di essere padre. Un bellissimo testo di David Foster Wallace, tratto da Brevi interviste con uomini schifosi, viene qui usato come contraltare: è Geppetto – a differenza del padre del racconto di Wallace, che muore senza cambiare atteggiamento – a umanizzare progressivamente il figlio e a riconoscerlo come tale.

    • Noel Malcolm   

      Utili nemici

      Islam e Impero ottomano nel pensiero politico occidentale 1450-1750

      È innegabile che dalla caduta di Costantinopoli nel 1453 fino al XVIII secolo, l’Impero ottomano divenne per molti intellettuali occidentali un’autentica ossessione. Per lo più, la reazione era di paura e diffidenza, sentimenti che scaturivano dalla profonda ostilità che il mondo cristiano aveva verso l’Islam. Ma incuriosiva il sistema sociale e politico su cui si basava il potere dei sultani.

      Con perizia e notevole conoscenza delle fonti, Noel Malcolm ci riporta ai vivaci dibattiti che nell’Europa moderna animarono la discussione sui rapporti tra Occidente e Oriente, a partire da una serie di pregiudizi per cui gli orientali erano nemici.

      Attraverso una lucida analisi delle opere di filosofi e teorici politici (tra cui Machiavelli, Bodin e Montesquieu), Utili nemici getta una luce del tutto nuova sul modo in cui gli occidentali interpretarono l’Impero ottomano e l’Islam e su come le loro idee si intrecciarono con i dibattiti in corso sul potere, sulla religione, sulla società e sulla guerra, fino a dare un significativo contributo allo sviluppo dello stesso pensiero politico occidentale.

    • Robert Zaretsky   

      Caterina e Diderot

      L’imperatrice, il filosofo e il destino dell’Illuminismo

      Nell’ottobre del 1773, dopo un viaggio estenuante da Parigi, un Denis Diderot molto provato scese barcollando da una carrozza nell’inverno di San Pietroburgo. Il filosofo più sovversivo dell’Illuminismo arrivò come ospite della sovrana più ambiziosa e ammirata, l’imperatrice Caterina di Russia. Accadde qualcosa che non aveva precedenti: nell’arco di quattro mesi, ben oltre quaranta incontri privati fra queste due figure straordinarie. Diderot era venuto da Parigi per guidare – o almeno così credeva – la donna che rappresentava l’ultima grande speranza del continente di vedere un sovrano illuminato. Ma fu subito chiaro che Caterina aveva una concezione del tutto diversa, sia del proprio ruolo sia di quello dell’ospite. I filosofi, sosteneva, avevano il privilegio di scrivere su carta inanimata, mentre i sovrani dovevano farlo sulla pelle umana, sensibile al minimo tocco.

      Gli incontri di Caterina e Diderot, tenuti nelle stanze private dell’imperatrice all’Hermitage, catturarono la fantasia dei contemporanei. I capi di Stato come Federico di Prussia temevano le conseguenze di quelle conversazioni, gli intellettuali come Voltaire speravano che avrebbero giovato agli scopi dell’Illuminismo.

      In Caterina e Diderot Robert Zaretsky delinea le vite di questi due considerevoli personaggi e ci invita a riflettere sull’insidiosa relazione fra politica e filosofia, e fra un uomo di pensiero e una donna d’azione.

    • Ermanno Bencivenga   

      La finestra sul male

      Temi di etica kantiana nell’opera di Hitchcock

      Nella Finestra sul cortile Jimmy Stewart, immobilizzato su una sedia a rotelle, indaga sul vicino Raymond Burr. Ripetutamente crede di averne scoperto un delitto e i suoi sospetti si rivelano infondati, ma lui non si dà per vinto. Siccome è un film di Hollywood, alla fine ha ragione. Nel frattempo, però, Hitchcock ci ha offerto una mirabile illustrazione dell’etica kantiana: la ragione non può intervenire nel mondo empirico; può solo giudicare gli eventi; ma il suo giudizio è inesorabile.

      L’etica kantiana è onnipresente nel lavoro di Hitchcock. Negli Uccelli, dove il ricorrere della critica interrompe la falsa serenità di esistenze borghesi. Nell’Uomo che sapeva troppo, dove un individuo qualsiasi è gravato da colpe e decisioni non sue: ognuno, direbbe Kant, deve assumersi il carico morale del mondo.

      In questo libro Bencivenga stabilisce un filo rosso fra i diversi episodi di un medesimo dramma, articolando l’etica lucida e spietata del grande maestro del cinema.

    • Clare Carlisle   

      Kierkegaard

      L’inquieto filosofo del cuore

      Innovativa e commovente, questa biografia presenta l’inquieta vita di Kierkegaard, «Socrate della Cristianità» che, come diceva lui stesso, viveva la vita in avanti, ma la capiva soltanto a ritroso.

      Søren Kierkegaard, uno dei filosofi moderni più appassionanti e impegnativi, considerato oggi il padre dell’esistenzialismo, per i suoi contemporanei era soprattutto un «filosofo del cuore». Per oltre un decennio, a cavallo tra gli anni ’40 e ’50 dell’Ottocento, dalla sua penna scaturiscono scritti che analizzano amore e sofferenza, coraggio e inquietudine, anelito religioso e sfida alla religione, originando un nuovo stile filosofico radicato nel dramma interiore dell’essere «umani».

      Mentre il Cristianesimo sembra attraversare come un sonnambulo un mondo in trasformazione, a sorpresa Kierkegaard rivela la sua forza spirituale mettendo a nudo la povertà della religione ufficiale. La sua creatività irrequieta viene continuamente rinfocolata dai fallimenti personali, a cominciare dal ricordo della relazione con la giovane Regine Olsen, prima promessa sposa e poi abbandonata per dedicarsi interamente alla scrittura. Benché afflitto dalla pressione della fama, sceglie deliberatamente di vivere nell’affollata Copenaghen dove tutti lo conoscono, ma dove ha l’impressione che nessuno lo capisca.

      E quando, a 42 anni, crolla esausto sta ancora approfondendo la questione dell’esistenza: come essere «umani» in questo mondo.

    • Victoria Camps   

      Elogio del dubbio

      Secondo Bertrand Russell la filosofia è sempre un esercizio di scetticismo. Imparare a dubitare implica distanziarsi da ciò che è dato e mettere in discussione i luoghi comuni e i pregiudizi. Non semplicemente per rifiutare l’incontestabile, ma per esaminarlo, analizzarlo, ragionarlo e, alla fine, decidere.

      Elogio del dubbio ripercorre le vicissitudini del dubbio nella storia del pensiero e attraverso le sue pagine tornano a parlarci Platone, Aristotele, Descartes, Spinoza, Hume, Montaigne, Nietzsche, Wittgenstein, Russell, Rawls e molti altri filosofi che decisero di dubitare.

      Scritto con competenza e chiarezza, questo volume offre riflessioni che sono contestualizzate nel quotidiano e affronta argomenti scottanti – fanatismo identitario, informazione e manipolazione, rapporto tra occupazione dello spazio pubblico e potere –, attraverso una molteplicità di voci e una solida argomentazione.

    • Alexander Bevilacqua   

      La Biblioteca Orientale

      Illuminismo e Islam

      Tra Sei e Settecento, una comunità pionieristica di studiosi europei realizzò la prima traduzione accurata del Corano in una lingua europea, ricostruì l’evoluzione delle arti e delle scienze islamiche e scrisse la storia dei popoli musulmani attingendo a fonti arabe: nasceva così la visione contemporanea della civiltà islamica in Occidente.

      Alexander Bevilacqua racconta una complessa storia intellettuale ricostruendo – da documenti in arabo, inglese, francese, tedesco, italiano e latino – i viaggi e i percorsi di studio che eruditi cattolici e protestanti intrapresero per procurarsi manoscritti arabi e comprenderli. Ne risultò un patrimonio di conoscenze che aveva un grosso debito nei confronti delle tradizioni musulmane, soprattutto ottomane: traduzioni, antologie e opere storiche delle quali pensatori come Voltaire e Edward Gibbon assorbirono non solo i contenuti ma anche le interpretazioni, incorporandoli nel pensiero illuministico.

      Questo libro mostra come la curiosità dell’Occidente nei confronti dell’Islam e delle sue tradizioni religiose e intellettuali non fu figlia di un interesse laico, bensì dell’impegno di una comunità di dotti cristiani che seppe esprimere una visione nuova dell’Islam lasciandola in eredità all’Occidente.

      “Conosciamo bene il contributo di intellettuali laici come Montesquieu e Voltaire alla seconda fase [dell’elaborazione di una nuova visione dell’Islam]. Dei loro predecessori, invece, non sappiamo nulla. È sui protagonisti della prima fase che si concentra lo storico Alexander Bevilacqua in questo affascinante studio. Molti di loro erano credenti devoti, perfino membri del clero, e si accostarono allo studio dell’Islam mossi dalla curiosità intellettuale e dalla sete di sapere: una Repubblica delle lettere orientata al mondo arabo e islamico della quale Bevilacqua tratteggia un appassionante ritratto.” – Rainer Hermann, “Frankfurter Allgemeine Zeitung”

      “Innovativo e appassionante, lo studio di Bevilacqua coniuga la storia intellettuale alla storia dei libri, dimostrando che fu l’arricchimento delle fonti di studio – le collezioni orientali che si andarono accumulando nelle grandi biblioteche europee – a rendere possibile, nel Seicento, il delinearsi di una nuova concezione dell’Islam.” – Gavin Jacobson, “Financial Times”

      “I protagonisti di questa particolare Repubblica delle lettere consentono di delineare una storia per certi aspetti inedita, o comunque poco esplorata, dell’Islam e dell’Illuminismo europeo (...) In questo libro, appassionato, lucido e di godibile lettura, Bevilacqua insegue con successo la stretta connessione tra storia intellettuale e storia materiale dei libri, mostrando come furono i nuovi testi e le nuove informazioni a cambiare la tradizionale conoscenza dell’Islam. E nel farlo Considera, a ragione, la nascita della Repubblica delle lettere arabe un episodio nella storia dell’Illuminismo globale.” – Franco Giudice, “Il Sole 24 Ore”

    • Fulvio Papi   

      Teorie e ideologie nell’epoca delle grandi trasformazioni

      Questo gioiello della manualistica scolastica, che ha rappresentato una svolta radicale rispetto ai manuali in uso, viene ora riproposto in una nuova veste grafica per un pubblico più generale di lettori. Un libro che esce dalla nozione filosofica - una convenzione astratta - per portare il lettore all’interno di una situazione storica nella quale il lavoro filosofico acquista il valore di un orientamento o di uno scopo del vivere comune. Come scrive lo stesso autore nella Prefazione scritta appositamente per questa edizione, quest’opera «rimane un’occasione positiva di conoscenza anche per un pubblico diverso da quello della originaria destinazione. Specie in un tempo nel quale la filosofia è emigrata nello spettacolo culturale o si è chiusa in uno specialismo difettoso quanto a pensiero o, infine, ha assunto forme di una superficialità un poco sconcertante (con valorose eccezioni, s’intende)».

    • Rob Iliffe   

      Newton

      Il sacerdote della natura

      Isaac Newton si staglia come una figura di assoluto primo piano sulla scena della sua epoca. La pubblicazione dei Philosophiae naturalis principia mathematica (1687) e dell’Opticks (1704), due capolavori destinati a cambiare per sempre la storia della scienza, rivelò ai contemporanei un genio eclettico e versatile, che aveva scoperto le leggi dell’universo e la natura composita della luce solare.

      La fama che Newton si era conquistato con i risultati delle sue ricerche fu così pervasiva da sconfinare ben oltre le sue competenze scientifiche, tanto che nel corso della sua lunga carriera ricoprì cariche prestigiose e di potere: consigliere di fiducia del governo, direttore della Zecca, presidente della Royal Society. Eppure, questa immagine pubblica faceva da schermo a un altro Newton, che nascondeva in privato delle convinzioni religiose in contrasto con la legge e la dottrina anglicana tali che, se fossero state rese note, avrebbero messo in pericolo non solo il suo lavoro, ma perfino la sua vita.

      Religione e fede dominarono il pensiero di Newton. E le migliaia di pagine manoscritte dedicate all’esegesi biblica e all’interpretazione delle profezie testimoniano appunto che le sue posizioni teologiche, a partire dalla negazione del concetto centrale di Trinità, erano quelle di un vero e proprio eretico. Non stupisce quindi che lui stesso e gli eredi le avessero deliberatamente occultate, rimanendo per secoli pressoché inaccessibili.

      In questa ricerca originale e documentata fin nei minimi dettagli, Rob Iliffe ci introduce al pensiero religioso di Newton, facendoci capire la stretta connessione tra fede e scienza in uno dei momenti cruciali della storia e della cultura moderna. Il risultato è una biografia vibrante e definitiva sulla profonda spiritualità dell’uomo che cambiò, come nessuno aveva mai fatto prima, il modo di guardare l’universo.

    • Franco Alessio   

      Il pensiero dell’Occidente feudale

      Dalla metà degli anni ’70 alla fine dei ’90, la storia della filosofia medievale di Franco Alessio è stata il libro di testo su cui si sono formate diverse generazioni di studenti. Ma quasi subito si è trasformata in qualcosa di più: un libro cult, che proponeva, in modo innovativo, i filosofi del mondo medievale sotto una luce inedita e meno stereotipata. Questo testo, unico nel suo genere, viene ora riproposto in una nuova veste grafica per un pubblico più ampio di lettori, grazie anche a uno stile sulfureo e a una straordinaria chiarezza espositiva. L’esposizione avviene sempre all’interno di un contesto storico, culturale e sociale dal quale si vedono emergere le linee problematiche, i campi teorici, le conflittualità ideologiche. La filosofia medievale è quindi sempre considerata nelle sue relazioni concrete e variabili con le varie forme del sapere - la matematica, la biologia, l’etnologia, la storia, l’antropologia, la sociologia, l’economia - con le forme della vita sociale e politica e con le strutture delle istituzioni culturali.

    • Mario Vegetti   

      Filosofia e sapere della città antica

      Un classico della storia della filosofia antica, che ritorna finalmente in libreria a più di 40 anni dalla sua prima apparizione. Pubblicato come testo scolastico nel 1975 da Zanichelli, il contributo di Mario Vegetti costituiva la prima parte del primo dei tre volumi che formavano il manuale Filosofie e società, opera che ebbe poi altre due edizioni (nel 1981 e nel 1992, sempre da Zanichelli). Dalla metà degli anni ’70 alla fine degli anni ’90, la storia della filosofia antica di Mario Vegetti è stata il libro di testo su cui si sono formate diverse generazioni di studenti. Ma quasi subito si è trasformata in qualcosa di più: un libro cult, che presentava e proponeva, in modo innovativo, i filosofi del mondo antico sotto una luce inedita e meno stereotipata. Questo gioiello della manualistica scolastica viene ora riproposto in una nuova veste grafica, rivolgendosi a un pubblico di lettori più ampio. E ha tutte le carte in regola per farlo: l’autore, con uno stile accattivante e una straordinaria chiarezza espositiva, illustra le dottrine filosofiche sempre all’interno del preciso contesto culturale e sociale da cui scaturiscono le linee problematiche, i campi teorici, le conflittualità ideologiche. Un’esposizione della filosofia antica vista nelle sue relazioni concrete e variabili con le diverse forme del sapere (la matematica, la biologia, l’etnologia, la storia, l’antropologia, la sociologia, l’economia), ma anche con le forme della vita sociale e politica, e con le istituzioni culturali. Vegetti offriva e offre tuttora un’immagine della filosofia antica ricca, variegata e quanto mai convincente. Uno strumento di conoscenza, di informazione e di cultura che ha aperto ed è ancora in grado di dischiudere ai giovani e a un pubblico più maturo lo spazio della filosofia.

    • Steven Nadler   

      La via alla felicità

      L’Etica di Spinoza nella cultura del Seicento

      Baruch Spinoza è uno dei pensatori più radicali che la storia della filosofia abbia mai conosciuto. E l’Etica, pubblicata postuma nel 1677, lo stesso anno della sua morte, è il distillato di un lungo e meditato esercizio intellettuale iniziato fin dagli anni Cinquanta quando Spinoza, abbandonata l’attività commerciale ereditata dal padre, aveva deciso che il suo futuro sarebbe stato la ricerca filosofica, la conoscenza e la vera felicità. Un capolavoro che ha pochi eguali e che, per ampiezza di temi e sistematicità espositiva, è paragonabile soltanto alla Repubblica di Platone. In questa nitida e rigorosa analisi dell’Etica, Nadler ci spiega sia perché le idee di Spinoza abbiano suscitato tra i suoi contemporanei uno scalpore senza precedenti, sia perché emanino ancora oggi un fascino irresistibile e conservino tutta la loro importanza.

    • Terry Pinkard   

      Hegel

      Il filosofo della ragione dialettica e della storia

      Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831) è da sempre raffigurato come uno dei pensatori più astrusi e impenetrabili della filosofia moderna. La rigorosa e documentata biografia di Terry Pinkard corregge questa immeritata fama, offrendo un’accurata ricostruzione della vita, accompagnata da un’intelligente panoramica del suo universo concettuale e delle sue opere. Collocato nel contesto della sua epoca, il ritratto di Hegel che ne emerge è quello di un pensatore ambizioso e geniale, che vive in un periodo di grandi sconvolgimenti, dominato dalla figura di Napoleone. Una parte centrale della narrazione è dedicata alle amicizie e agli incontri con alcune delle più significative personalità del suo tempo, tra cui Hölderlin, Goethe, Humboldt, Fichte, Schelling, Novalis, i fratelli Schlegel, Mendelssohn. A emergere è una figura complessa e quanto mai affascinante della modernità europea, un Hegel cioè che - con le sue penetranti analisi del nuovo mondo nato dalle rivoluzioni politiche, industriali e sociali della sua epoca - si impone ancora alla riflessione filosofica contemporanea come punto di confronto obbligato e imprescindibile.

    • Scott H. Hendrix   

      Lutero

      Un riformatore visionario

      Il 31 ottobre 1517 Martin Lutero, che era all’epoca uno sconosciuto frate agostiniano, fa affiggere sul portale della chiesa di Wittenberg le sue celebri novantacinque tesi. È l’inizio del duro conflitto con la Chiesa di Roma e della Riforma protestante, che creerà una frattura mai più sanata nella cristianità. In occasione del cinquecentesimo anniversario di quell’evento, Scott Hendrix ci offre un penetrante ritratto non solo di Lutero, ma anche del complesso contesto storico e sociale in cui visse. In questa nuova e audace biografia, Lutero non ha né i tratti del santo senza macchia e senza paura, né quelli del fanatico religioso. È invece un frate della Germania del XVI secolo, un uomo del suo tempo, con tutte le sue contraddizioni: uno studioso e un insegnante di straordinaria cultura, un essere umano talentuoso e imperfetto, guidato dalla visione di una “vera religione” ottimistica, ma mai realizzata fino in fondo. Hendrix apre così una prospettiva del tutto inedita su una delle più dirompenti e importanti figure religiose della storia, concentrandosi sull’intera vita di Lutero, piuttosto che sulla sua sola teologia. Grazie alle acquisizioni degli studi più recenti e a un impiego estensivo della corrispondenza di Lutero, Hendrix ci restituisce un ritratto, quanto mai ricco di dettagli, di un uomo straordinario, molto devoto e coraggioso, non privo tuttavia di diverse zone d’ombra.

    • Charles Webster   

      Paracelso

      Magia, medicina e profezia alla fine dei tempi

      Theophrastus von Hohenheim (1493-1541), meglio noto con il nome di Paracelso, fu medico, convinto sostenitore della magia naturale, attivista radicale durante la prima fase della Riforma, e uno dei più acuti commentatori delle principali questioni sociali e religiose del suo tempo. Grazie all’impiego di una vasta gamma di fonti edite e inedite, Charles Webster offre al lettore uno straordinario affresco della vita e dell’opera di Paracelso, analizza il suo impegno per una riforma complessiva del clero e delle professioni mediche e legali, e descrive le sue aspettative per la chiesa cristiana del futuro, sottolineandone le affinità con la dottrina spiritualista propugnata dagli anabattisti. Un viaggio istruttivo e avvincente, che si conclude con le speculazioni apocalittiche di Paracelso, espressione quanto mai vivida di quel senso di crisi e di attesa della fine dei tempi, dove sembrano riflettersi le inquietudini della sua convulsa e travagliata epoca. Scritto con uno stile narrativo elegante e sobrio, questo libro è la biografia definitiva dell’uomo conosciuto come “Paracelso il Grande”.

    • Desmond Clarke   

      Descartes

      Il filosofo della rivoluzione scientifica

      Oggi Descartes è perlopiù ricordato per la celebre frase “Penso, dunque sono”, ma il suo più importante contributo alla storia delle idee fu il suo tentativo di costruire una filosofia in assoluta sintonia con la nuova concezione scientifica che si affermò nel Seicento. Descartes fu indubbiamente uno dei principali protagonisti della rivoluzione scientifica, contribuendo in modo rilevante a elaborarne i concetti chiave. In quattro delle sue maggiori opere elaborò un sistema che rispondeva alle esigenze delle nuove scienze, attirandosi così l’implacabile ostilità dei teologi sia cattolici sia calvinisti, legati a quella filosofia scolastica che Descartes sperava di rimpiazzare. Alcuni contemporanei insinuarono che le sue prove dell’esistenza di Dio nelle Meditazioni fossero talmente vane da far pensare che egli doveva essere in realtà un ateo mascherato, e che la sua discussione dello scetticismo serviva soltanto ad attizzare le fiamme del libertinismo. Descartes morì a Stoccolma senza che il mondo se ne accorgesse, ma ben presto diventò uno dei più famosi pensatori del XVII secolo, una posizione di cui continua tuttora a godere. Questa è una delle prime biografie che affronta l’intero spettro degli interessi di Descartes negli ambiti della teologia, della filosofia e delle scienze, e che ne ricostruisce nel suo insieme l’itinerario intellettuale.

    • Janet Browne   

      Darwin

      L’evoluzione di una vita

      A ben oltre un secolo dalla sua morte, le idee di Charles Darwin sono ancora in grado di ispirare scoperte scientifiche, ma di suscitare anche accesi e violenti dibattiti, quasi sempre di natura ideologica. Ma chi era veramente Darwin? E, soprattutto, in quale contesto storico- culturale nacque e maturò la sua rivoluzionaria teoria dell’evoluzione delle specie per selezione naturale? È proprio a queste domande che dà risposta la biografia di Janet Browne, restituendo un’immagine quanto mai vivida e a tutto tondo di Darwin. Una biografia definitiva dell’uomo e dello scienziato, che dipana l’enigma centrale della sua carriera, ovvero come questo tipico gentiluomo inglese di provincia finì per diventare un pensatore capace di sfidare i principi fondamentali della scienza e della religione. Janet Browne racconta ogni minimo dettaglio della vita di Darwin: dall’infanzia alla formazione, dall’avventurosa storia del viaggio intorno al mondo sul Beagle (1831-1836) alla pubblicazione dell’Origine delle specie (1859), il suo capolavoro, e dell’Origine dell’uomo (1871). Sullo sfondo dell’Inghilterra vittoriana, da questa completa e suggestiva biografia Darwin emerge come un genio tranquillo e riservato, come uno scienziato consumato da un’impellente necessità di comprendere la complessità delle forme viventi attraverso un costante lavoro di osservazione e di sperimentazione.

    • Peter-André Alt   

      Sigmund Freud

      Il medico dell’inconscio. Una biografia

      Vienna sul finire dell’Ottocento: difficile immaginare uno scenario migliore per la sofferenza psicologica dell’uomo moderno, capitale di un impero in splendida decadenza, specchio delle illusioni esistenziali e dell’identità frantumata di una generazione.

      Qui il neurologo Sigmund Freud lavora alle sue rivoluzionarie teorie sulla sessualità e la nevrosi, i sogni e l’inconscio, la famiglia e la società, le fiabe e il mito.

      Attingendo a materiale inedito, Peter-André Alt racconta lo sviluppo della psicoanalisi come movimento, i suoi trionfi e le sue sconfitte.

      Di Freud emerge il ritratto di un dogmatico autocritico, un eroe della scienza, un ebreo ateo e un appassionato padre di famiglia, lettore straordinariamente colto e grande scrittore. E non ultimo, uomo lacerato, con una profonda e cupa esperienza personale dei turbamenti dell’anima da cui la psicoanalisi avrebbe dovuto liberare l’umanità.