“Se bastasse una bella canzone...”, cantava Eros negli anni ’90 augurandosi che tre minuti di parole e musica potessero cambiare il corso delle cose. Dei tanti mutamenti nella nostra società le canzoni hanno rappresentato il pilastro centrale perché, come spesso si dice, non avranno magari cambiato il mondo ma hanno certamente contribuito a renderlo un luogo migliore. Facendo lo stesso sulle nostre esistenze perché, cosa altresì non contestabile, esse sono state in un modo o nell’altro la colonna sonora delle nostre vite. E continuano a esserlo se crediamo, come diceva Fabrizio De André, che “una canzone è come una vecchia fidanzata con cui passeresti ancora volentieri buona parte della vita”. Questo volume racconta, in modo accattivante e fruibile, oltre un secolo di canzone italiana, dalle origini di quella napoletana classica sino ai giorni nostri ponendo l’accento sull’importanza degli ambienti sociali che l’hanno via via ispirata, per aiutarci a comprendere che in certi casi anche l’analisi di una forma d’arte “minore” può sovrapporsi o addirittura sostituirsi a quella illustrata dai libri di storia. La canzone è arte, e dunque tramanda modi di essere e di dire non più manipolabili, in quanto espressione genuina del costume di un’epoca.