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«Mallory» come gli storici hanno scritto «era destinato a diventare l’archetipo dell’eroe dei giovani del suo tempo». È troppo bello, elegante e affascinante per non essere notato. Nel 1921 ha trentacinque anni, è forte, coraggioso, e l’ambito invito da parte dell’Everest Committee a partecipare alla prima spedizione arriva senza che lui avanzi neppure richiesta. Darà prova di grande determinazione, e al ritorno a Londra sarà osannato come un eroe. Al termine di una delle sue gremitissime conferenze, un giornalista gli chiede perché voglia scalare la montagna più alta della Terra: «Because it’s there» è la sua ambigua risposta divenuta leggendaria. Mallory racconta qui le esplorazioni e i tentativi di scalata al colosso himalayano, che piano piano gli svela i suoi segreti di ghiaccio e roccia. Articoli e testi sparsi mai pubblicati in Italia formano un corpo unitario, con i racconti dell’impresa del 1921, di quella del ’22 e in parte della tragica ascensione del ’24, oltre ad alcune pagine di compendio più speculative sul “senso dell’alpinismo”. Non si tratta di pure relazioni che riferiscono con oggettività l’esperienza del viaggio, ma di descrizioni partecipate, che permettono di immergersi nel punto di vista dell’autore, nel suo rigore icastico, nei suoi slanci di volontà intrisi della più inflessibile cultura anglosassone. È il prezioso documento di un’epoca che sembra a noi lontanissima, arricchito da un saggio introduttivo di Marco Albino Ferrari.
Il mistero dell’Uomo-Everest di Marco Albino Ferrari - 1921: La ricognizione - L’accesso da nord - L’accesso da est - L’assalto - Il tempo atmosferico e le condizioni della neve - Verso la vetta - Un’aria di celeste purezza - 1922: Everest invitto - 1924: Troni in paradiso - 24 maggio - Appendice: L’alpinismo come arte.
Nessuno è stato in grado di stabilire se George Leigh Mallory (1886-1924) abbia raggiunto la cima dell’Everest insieme al ventiduenne Andrew Comyn Irvine, nel giugno del 1924. Da lontano, sono stati osservati a 250 metri dalla vetta, prima che le nuvole li inghiottissero. Il corpo di Mallory sarà restituito dai ghiacci nel 1999, ma nelle tasche non verrà rinvenuta la sua macchina fotografica, che forse avrebbe potuto svelare il mistero. Professore a Charterhouse e poi a Cambridge, padre di tre figli e sposato con l’amatissima Ruth, Mallory è ricordato come una figura leggendaria dell’alpinismo britannico, il primo scalatore ad aver tentato - per ben tre volte tra il ’21 e il ’24 - l’ascesa alla vetta del mondo.
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