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Il 3 agosto 1778 con L’Europa riconosciuta di Antonio Salieri si inaugura il Teatro alla Scala di Milano, voluto da Maria Teresa d’Austria e progettato dall’architetto Giuseppe Piermarini. Ci avviciniamo al duecentocinquantesimo compleanno e infinite sono le vicende, i personaggi, le musiche, le opere, i compositori, i direttori d’orchestra, i cantanti, i registi, i coreografi, i ballerini e le étoile che hanno fatto del Teatro alla Scala il “tempio” indiscusso della lirica e della danza, e un simbolo glorioso dell’Italia nel mondo. Giuseppe Barigazzi ha trasformato la storia del Teatro in un grande racconto popolare in cui la storia della musica si intreccia con le rivalità, gli odi, gli amori, le gelosie, gli intrighi e le travolgenti passioni fino ad allora rimaste dietro le quinte. Ma il libro narra anche le grandi “prime”, i sussurri e le dicerie che rimbalzano tra palco e platea. Dal 2010 questo classico libro è stato aggiornato da Silvia Barigazzi, figlia di Giuseppe, che ha ripreso il filo del racconto lasciato interrotto dal padre e che giunge fino al passaggio di testimone tra la gestione Lissner e quella di Pereira. Anni che, come d’abitudine, sono trascorsi tra novità, riprese di classici, roventi polemiche. Insomma, una storia che non finisce.
Giuseppe Barigazzi (San Martino in Rio, Reggio Emilia, 1936 - Milano, 2003) è stato un giornalista che ha posto La Scala, Milano e il mondo dell’opera e del teatro al centro della sua lunga attività professionale («Gazzetta di Parma», «Il Giorno», «Gente», «Famiglia Cristiana» e «Letture», dove ha concluso la sua carriera da vice direttore). La Scala racconta, uscito in prima edizione nel 1984, oltre a numerose ristampe e aggiornamenti, ha ottenuto tra gli altri il premio Luigi Illica e il premio Chianciano per la musica. Tra le altre sue pubblicazioni ricordiamo Le osterie di Milano (1966) e Da un palco della Scala (1993).
Silvia Barigazzi, cronista scaligera per più di dieci anni e giornalista per più di venti, ha lavorato tra gli altri per la Rai, «Il Sole 24 ore» e il «Corriere della Sera». Alla Scala ha cominciato ad andare da bambina e non ha più smesso.
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