Lo studio della città futura è l’intento e la ragion d’essere di questa rassegna. Le stesse parole, con le quali Giuseppe de Finetti (1892-1952) presenta La città, una rivista di “architettura e politica”, da lui diretta e in gran parte scritta nel 1945-46, ben esprimono il significato di Milano - Costruzione di una città, un vero e proprio trattato di architettura e urbanistica moderna, al quale si dedica a partire dal 1943. Concepito come personale contributo critico alla ricostruzione della città distrutta dai bombardamenti, l’autore si ispira “al sacrificio degli eroi... che col loro martirio hanno salvato la città come cosa spirituale ed eterna”.
Sebbene la stesura non sia mai stata completata da de Finetti, quest’opera costituisce il fondamento dell’attività critica esercitata su quotidiani e periodici o nelle istituzioni cittadine nelle quali era impegnato.
L’impianto originario del volume Milano risorge viene ripreso nel 1969 da Giovanni Cislaghi, Mara De Benedetti e Piergiorgio Marabelli che ne integrano i capitoli mancanti o solo abbozzati, facendo ricorso all’insieme degli scritti e dei progetti elaborati da de Finetti sui diversi temi. Esce così presso l’editore Etas Kompass Milano - Costruzione di una città, espressione di una delle personalità più vive dell’architettura moderna italiana, che si pone come contributo generale all’analisi e alla progettazione della città e dei suoi elementi architettonici. Hoepli (l’editore previsto nel ’45) lo ristampa oggi con una prefazione di Guido Canella.
Il libro è strutturato in quattro parti. Nelle prime due l’autore individua i “Difetti della Milano moderna” attraverso lo studio del processo di formazione e i caratteri della “Forma urbis” sulla base dei piani regolatori. La terza parte analizza “La città come ente politico ed economico”, mentre la quarta affronta progettualmente “La città sulla via delle genti”, esprimendo in modi nuovi e geniali la sua ragione d’essere originaria. “Assunto di questo libro è quello di collegare tra loro documenti e pensieri critici inerenti alla storia della città come organismo, come entità concreta, come compagine di abitazioni, officine, mercati, servizi, non di tracciarne la cronistoria”. Si tratta in realtà di comprendere come “l’ordine che la città assume nelle sue varie età è determinato da una somma di fattori materiali e spirituali”, individuandone “l’intima natura”, “la struttura e le ragioni” in vista di una possibile trasformazione.
Infatti, “le critiche a situazioni del presente o si fissano ed esauriscono in dissensi e negazioni o superano questo stadio e giungono a formularsi in propositi metodici, in programmi, in piani”. Esiste un rapporto di stretta continuità fra parti analitiche e parti progettuali e solo nel processo di progettazione è possibile raggiungere la vera conoscenza della realtà urbana.
Nella sua unitarietà, il libro rappresenta ancora oggi un contributo fondamentale alla conoscenza di Milano e alla definizione di specifiche metodologie di ricerca analitica e progettuale. Nell’insieme delle proposte elaborate per l’intera città, per alcune sue parti o per singole architetture, si può cogliere una precisa idea di città e una serie concreta e articolata di ipotesi per Milano e il suo territorio.
Giuseppe de Finetti (1892-1952) rappresenta una delle personalità centrali della cultura architettonica italiana moderna. Allievo di Adolf Loos, la sua posizione culturale da un lato affonda le radici in un contesto europeo, mentre dall’altro si riallaccia alla tradizione del riformismo lombardo.
Nella sua complessa personalità de Finetti ha rappresentato una isolata voce critica all’interno della vita culturale e politica italiana durante il fascismo e il periodo della ricostruzione. Il suo dissenso si esprime in una linea morale intransigente e in un’innovativa concezione della città fondata su un metodo esemplare di studio e di progettazione, che in questa pubblicazione trovano piena espressione.