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    • Emma Giammattei   

      Il redivivo

      Benedetto Croce e il quaderno segreto

      Il ritrovamento di un quaderno autografo di Pasquale Croce, che il figlio Benedetto avrebbe tenuto sul suo scrittoio per tutta la vita, aiuta a rileggere in una luce nuova e radente la biografia del grande filosofo.

      Il Redivivo è il titolo del poemetto di Victor Hugo, Le Revenant, tradotto dal filologo Isidoro Del Lungo. Fu trascritto nel febbraio 1866 a Pescasseroli dal padre di Croce, il quale identificava nella dimensione mitica della rinascita il dramma familiare della morte di un bambino, Benedetto, e della sostituzione col nuovo nato, dal medesimo nome.

      Nel libriccino messo in salvo (forse dalle stesse macerie di Casamicciola) è rintracciabile una sorta di «tema natale», il motivo di fondo del pensiero crociano, dove il Sopravvissuto e il Redivivo si incontrano e si riconoscono.

      Attraverso le tragedie del secolo e le sventure del singolo, oltre le rovine ci sarà sempre un mondo da ricostruire.

      Nel racconto permanente dell’epilogo che si fa rinnovato inizio, è racchiuso il significato individuale di un perentorio e grandioso memento vivere.

    • Ermanno Bencivenga   

      La finestra sul male

      Temi di etica kantiana nell’opera di Hitchcock

      Nella Finestra sul cortile Jimmy Stewart, immobilizzato su una sedia a rotelle, indaga sul vicino Raymond Burr. Ripetutamente crede di averne scoperto un delitto e i suoi sospetti si rivelano infondati, ma lui non si dà per vinto. Siccome è un film di Hollywood, alla fine ha ragione. Nel frattempo, però, Hitchcock ci ha offerto una mirabile illustrazione dell’etica kantiana: la ragione non può intervenire nel mondo empirico; può solo giudicare gli eventi; ma il suo giudizio è inesorabile.

      L’etica kantiana è onnipresente nel lavoro di Hitchcock. Negli Uccelli, dove il ricorrere della critica interrompe la falsa serenità di esistenze borghesi. Nell’Uomo che sapeva troppo, dove un individuo qualsiasi è gravato da colpe e decisioni non sue: ognuno, direbbe Kant, deve assumersi il carico morale del mondo.

      In questo libro Bencivenga stabilisce un filo rosso fra i diversi episodi di un medesimo dramma, articolando l’etica lucida e spietata del grande maestro del cinema.

    • Galileo Galilei   

      Il Saggiatore

      Edizione commentata a cura di Michele Camerota e Franco Giudice

      Nessuna opera meglio del Saggiatore ci aiuta a capire la visione della scienza di Galileo. Nato dalla disputa con il gesuita Orazio Grassi sulla natura delle comete apparse nei cieli europei nella seconda metà del 1618, Il Saggiatore va ben oltre l’oggetto della polemica scientifica: è a tutti gli effetti il manifesto di un nuovo modo di pensare, di una filosofia naturale destinata a dominare la scienza moderna. Pubblicata nell’ottobre 1623, l’opera esprime la piena consapevolezza della portata rivoluzionaria del nuovo sapere, inaugurato dallo stesso Galileo con le straordinarie scoperte telescopiche del 1610, quando aveva ridisegnato la geografia del mondo ed esteso i confini dell’universo.

      È nel Saggiatore che Galileo espone la sua celebre dottrina secondo cui la natura è dotata di un ordine e di un’armonia di tipo geometrico, e va quindi letta come un libro. Non un libro come quelli scaturiti dalla fantasia dei poeti, ma un libro scritto in linguaggio geometrico, che può essere compreso soltanto da chi è in grado di «conoscer i caratteri, ne’ quali è scritto» (triangoli, cerchi ecc.).

      Il Saggiatore è inoltre un capolavoro di scrittura, con una prosa scintillante che rappresenta una delle vette più alte della letteratura italiana del Seicento, dove la ricchezza del registro linguistico è sempre ancorata al rigore scientifico delle argomentazioni. Tutti elementi che, non a caso, saranno apprezzati da grandi scrittori come Leopardi e Calvino. Un’opera trasgressiva, colma di graffiante ironia, che continua a sorprenderci ogni volta che la leggiamo, nonostante siano passati quattro secoli dalla sua pubblicazione.

    • Peter Burke   

      Il genio universale

      Una storia culturale da Leonardo Da Vinci a Susan Sontag

      La prima storia del genio universale in Occidente, dal XV secolo a oggi. Da Leonardo da Vinci a Bacone, da Goethe a Oliver Sacks e a Susan Sontag, le menti poliedriche hanno spostato le frontiere della conoscenza in innumerevoli modi. Ma la storia può risultare poco riconoscente verso studiosi dagli interessi così enciclopedici. Troppo spesso queste persone sono ricordate per conquiste degne di nota in un solo ambito del sapere.

      Peter Burke, rinomato storico della cultura, propone invece una visione a tutto tondo che cambia profondamente la nostra comprensione di questa notevole specie intellettuale. Identificati 500 geni occidentali, esplora i loro successi ad ampio raggio e mostra come la loro ascesa abbia finito per coincidere con una rapida crescita della conoscenza all’epoca dell’invenzione della stampa, della scoperta del Nuovo Mondo e della rivoluzione scientifica.

      Solo in tempi più recenti l’ulteriore accelerazione della conoscenza ha portato a una iperspecializzazione e in generale a un ambiente che supporta meno studiosi e scienziati dal genio multiforme.

    • David Edmonds   

      L’assassinio del professor Schlick

      Ascesa e declino del Circolo di Vienna

      Un saggio storico tinto di giallo, ambientato in uno dei momenti più bui della storia d’Europa, sullo sfondo della catastrofe economica e dell’ascesa di Hitler.

      Protagonista è il Circolo di Vienna, influente gruppo di brillanti pensatori guidato da Schlick, impegnato in una lotta contro la metafisica e le pseudoscienze in una città che veniva inghiottita da fascismo, antisemitismo e irrazionalità.

      Il 22 giugno 1936 Moritz Schlick, professore di filosofia, era diretto verso la sua aula per tenere lezione quando fu ucciso da un colpo di pistola sulla scalinata dell’Università di Vienna da Johann Nelböck, un ex alunno con problemi mentali. Quando Nelböck durante il processo affermò che il suo ex professore stava diffondendo una pericolosa filosofia ebraica, alcuni giornali austriaci presero le difese di quel folle gesto.

      Tra i membri del Circolo di Vienna ci furono Otto Neurath, Rudolf Carnap e l’eccentrico logico Kurt Gödel, mentre ai suoi margini si mossero altri due titani della filosofia del Novecento, Ludwig Wittgenstein e Karl Popper.

      Edmonds ricostruisce la storia del positivismo logico nel milieu viennese con uno stile da raffinato narratore, rievocando il sapore artistico e politico dei dibattiti nei caffè degli anni Venti.

    • Gareth Stedman Jones   

      Karl Marx

      Grandezza e illusione

      Una storia intellettuale frutto di un lavoro di ricerca impeccabile, dove il pensiero di Marx emerge dalle sfide politiche, economiche, religiose del XIX secolo.

      In un’epoca dominata da nuove idee su Dio, sulle capacità umane, sul lavoro, sulla rivoluzione, sugli imperi e sui sistemi politici – e più di ogni altra cosa, sulla forma da dare al futuro – il contributo di Karl Marx fu indubbiamente il più inconfondibile e significativo.

      Nato in Renania in una famiglia di origine ebraica, Marx dedicò la sua intera vita al tentativo di comprendere le paure e di intercettare le speranze del mondo del XIX secolo. La biografia di Stedman Jones ripercorre il cammino attraverso cui Marx elaborò le sue rivoluzionarie idee in anni di grande fermento intellettuale,mettendone in evidenza l’impatto sulla sua epoca.

    • Peter-André Alt   

      Sigmund Freud

      Il medico dell’inconscio. Una biografia

      Vienna sul finire dell’Ottocento: difficile immaginare uno scenario migliore per la sofferenza psicologica dell’uomo moderno, capitale di un impero in splendida decadenza, specchio delle illusioni esistenziali e dell’identità frantumata di una generazione.

      Qui il neurologo Sigmund Freud lavora alle sue rivoluzionarie teorie sulla sessualità e la nevrosi, i sogni e l’inconscio, la famiglia e la società, le fiabe e il mito.

      Attingendo a materiale inedito, Peter-André Alt racconta lo sviluppo della psicoanalisi come movimento, i suoi trionfi e le sue sconfitte.

      Di Freud emerge il ritratto di un dogmatico autocritico, un eroe della scienza, un ebreo ateo e un appassionato padre di famiglia, lettore straordinariamente colto e grande scrittore. E non ultimo, uomo lacerato, con una profonda e cupa esperienza personale dei turbamenti dell’anima da cui la psicoanalisi avrebbe dovuto liberare l’umanità.

    • Fulvio Papi   

      Dizionario Marx Engels

      Questo dizionario, unico nel suo genere, raccoglie i termini filosofici, politici, economici, storici che nelle opere di Marx ed Engels costituiscono le strutture concettuali portanti. Tra questi: alienazione, valore, capitale, libertà, ideologia, classe, concezione materialistica della storia, stato, feticismo della merce, famiglia, comunismo, modo di produzione, forme trasformate, prezzo, proletariato ecc.

      L’opera rintraccia circa 300 lemmi, che possono essere divisi in tre classi: i concetti che appartengono all’originale lavoro teorico di Marx ed Engels, quelli che derivano da altre esperienze culturali ma hanno un particolare valore, i lemmi del linguaggio comune che si riferiscono a temi di rilievo per i due pensatori.

      Il dizionario vuole mettere a disposizione del lettore il significato originario dei concetti, ovvero quello che è ricavabile solo direttamente dai testi di Marx ed Engels. È stato fatto uno sforzo diretto per decondizionare il significato dei termini dalle tradizioni interpretative e conflittuali dei marxismi. Il criterio di massima che regola lo svolgimento delle singole voci è quello di seguire lo sviluppo di un concetto nella progressione storica che esso ha nelle opere di Marx ed Engels indicando le ragioni interne delle trasformazioni, metamorfosi, equilibri e deperimenti.

      Pubblicato originariamente da Zanichelli nel 1983, questo dizionario resta ancora oggi uno strumento di informazione esatta e di consultazione

      scientifica, utile per comprendere con chiarezza i concetti fondamentali di Marx ed Engels. Uno strumento che, attraverso la trama dei significati, consente una conoscenza diretta del pensiero di Marx ed Engels e, implicitamente, indica la profondità della sua storia.

    • Ermanno Bencivenga   

      Il teatro dell’essere

      Per anni Bencivenga ha sostenuto che ciascuno di noi è un teatro: sul nostro palcoscenico interagiscono numerosi personaggi, echi di tutti coloro che hanno avuto influsso su di noi. Ma come fare in modo che questa interazione sia ricca e produttiva, che non si trasformi in un rito monocorde o in un incubo distopico? Per rispondere Bencivenga si è rivolto ai maestri del teatro.

      Da Konstantin Stanislavskij ha imparato che le voci sommesse cui perlopiù non diamo ascolto vanno sollecitate a mettersi in luce, come un cacciatore attira un uccello fuori dalla boscaglia. Le diverse ma complementari formulazioni offerte dai suoi allievi Lee Strasberg e Stella Adler gli hanno spiegato come far crescere quelle voci evocando ricordi o coltivando atteggiamenti fisici. La sperimentazione di Jerzy Grotowski ha portato in primo piano il ruolo degli spettatori. Bertolt Brecht ha sottolineato come lo sdoppiamento sia essenziale per non lasciarsi interamente sedurre da un ruolo, per poterlo insieme vivere e giudicare, per prenderne insieme le misure e le distanze.

      Platone aveva scacciato gli attori dalla sua repubblica ideale, per evitare la molteplicità che incarnavano e la distrazione che causavano, impedendo ai cittadini di concentrarsi unicamente sul loro ruolo sociale. Con un’inversione di centottanta gradi, Bencivenga propone una repubblica degli attori, in cui la molteplicità sia la regola e la distrazione uno strumento prezioso.

    • Victoria Camps   

      Elogio del dubbio

      Secondo Bertrand Russell la filosofia è sempre un esercizio di scetticismo. Imparare a dubitare implica distanziarsi da ciò che è dato e mettere in discussione i luoghi comuni e i pregiudizi. Non semplicemente per rifiutare l’incontestabile, ma per esaminarlo, analizzarlo, ragionarlo e, alla fine, decidere.

      Elogio del dubbio ripercorre le vicissitudini del dubbio nella storia del pensiero e attraverso le sue pagine tornano a parlarci Platone, Aristotele, Descartes, Spinoza, Hume, Montaigne, Nietzsche, Wittgenstein, Russell, Rawls e molti altri filosofi che decisero di dubitare.

      Scritto con competenza e chiarezza, questo volume offre riflessioni che sono contestualizzate nel quotidiano e affronta argomenti scottanti – fanatismo identitario, informazione e manipolazione, rapporto tra occupazione dello spazio pubblico e potere –, attraverso una molteplicità di voci e una solida argomentazione.