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    • Orsina Simona Pierini   

      I colori delle case. Milan Interiors 1923-1978

      Cosa rende unitario un progetto d’interno? Oltre alla coerenza dei materiali è l’uso del colore a dare carattere e identità allo spazio domestico. Ogni architetto, ogni periodo ha una sua palette, dove pavimento, pareti e soffitto si compongono con le cromie dominanti nei materiali scelti.

      Se il Novecento e il primo razionalismo combattono la loro battaglia tra tinte pastello e colori primari, il peso dei tempi e della guerra si tingono di verdi e di marrone. L’esplosione postbellica di ottimismo ci riporta blu, malva e rosa. Più luminoso Gio Ponti, più elegante Viganò, più contrastato Sottsass. Quando la casa si fa tela d’artista, è il colore il suo strumento. La percentuale e la densità di colore aumentano sempre più fino agli anni Settanta, quando la casa monocromatica si immerge nel blu scuro.

    • Orsina Simona Pierini    Alessandro Isastia   

      Case milanesi 1923-1973

      Cinquant’anni di architettura residenziale a Milano

      Il libro sugli anni d’oro della architettura milanese – il periodo che va dalle prime sperimentazioni della Ca’ Brütta di Giovanni Muzio alle ultime opere del Moderno negli anni Settanta – torna in una nuova edizione rivisitata graficamente, stampata su carta uso mano e in edizione rilegata.

      La Milano delle opere di Terragni, Ponti, Portaluppi, Lingeri, Asnago e Vender, Figini e Pollini, Caccia Dominioni, Bottoni, Gardella, BBPR, Zanuso, Magistretti e molti altri architetti che hanno reso Milano un museo a cielo aperto del Novecento.

      In circa 80 schede il libro ridisegna planimetrie, piante e prospetti degli edifici, in modo da cogliere sia il linguaggio delle facciate sia le soluzioni abitative. Il risultato di un lavoro di ricerca che gli autori hanno condotto con un team del Politecnico di Milano. Ogni edificio è accompagnato da una o più fotografie di Stefano Topuntoli scattate per l’occasione e da materiale di repertorio.

      Il volume, introdotto da Cino Zucchi – noto architetto e studioso dell’architettura milanese, è accompagnato da due saggi critici degli autori che collocano la stagione milanese nel più ampio contesto dell’architettura del XX secolo. Una mappa localizza gli edifici nel contesto cittadino.

      Completano il volume un’ampia bibliografia a cura di Maurizio Grandi e, in appendice, la traduzione dei testi in inglese.

    • Jacopo Ibello   

      Milano industriale

      Storia, archeologia e architettura

      Fabbriche, mulini, centrali elettriche, cartiere, panifici, distillerie che hanno fatto grande la realtà industriale di Milano e del suo territorio extraurbano per quasi due secoli.

      Una mappa di quello che è sopravvissuto tra siti talora abbandonati all’incuria del tempo, ma altre volte riconvertiti a nuova destinazione.

    • Ernst Neufert   

      Enciclopedia pratica per progettare e costruire

      Fondamenti, norme e prescrizioni per progettare, costruire, dimensionare e distribuire a misura d’uomo

      Il Neufert, standard riconosciuto per tutti gli architetti e gli ingegneri civili, spazia dai dettagli dei singoli componenti costruttivi alla sistemazione degli ambienti esterni, toccando temi e ambiti specialistici come gli impianti, il risparmio energetico o la sostenibilità ambientale, riuscendo a coniugare la forte tradizione del progettare e costruire secondo la regola dell’arte con i nuovi scenari legati all’evoluzione delle tecnologie e del modo di vivere.

      Nell’opera l’individuo viene posto al centro della progettazione e viene considerato nelle dimensioni e nelle proporzioni, ma anche nella sua interezza, così da poter definire e costruire oggetti e ambienti che rispondano al meglio alle sue esigenze funzionali, prestazionali e al suo benessere psicomotorio.

      La 10ª edizione italiana, condotta sulla 43ª edizione tedesca, è stata integralmente rivista e puntualmente aggiornata, sia per poter considerare l’evoluzione del quadro normativo, sia per dare maggiore spazio e risalto ad alcune tematiche come, per esempio, quelle dell’accessibilità e del risparmio energetico, oltre a introdurre alcuni argomenti recenti come la modellazione informativa.

      Senza stravolgere l’impostazione del testo originale, l’edizione italiana è caratterizzata da un attento adattamento di una notevole quantità di informazioni, soluzioni di dettaglio, criteri di progettazione e costruzione secondo il panorama normativo e il contesto costruttivo e architettonico italiano.

    • Enrico Morteo    Orsina Simona Pierini   

      Nelle case. Milan Interiors 1928-1978

      Il libro entra nelle case di Milano per documentare l’evoluzione dello spazio abitato. Dai rigori razionalisti alla deflagrazione del post-moderno, gli autori ripercorrono l’evoluzione sociale e culturale di una città alle prese con il progetto del futuro. Un paesaggio che prende forma a partire dalle curiosità delle riviste e dalle sperimentazioni della Triennale, registrando le accelerazioni dell’arte e l’affermarsi di un nuovo ruolo degli oggetti.

      Tra il canone dell’architettura e le molteplici biografie individuali, da Piero Portaluppi a Nanda Vigo, da Luigi Caccia Dominioni a Salvati e Tresoldi, da Gio Ponti a Joe Colombo. Emerge un ritratto di Milano più intimo e discreto, qualche volta prevedibile, spesso inatteso. Un nuovo sguardo sulla città anche attraverso centinaia di fotografie, in bianco e nero e a colori. Un racconto in italiano e in inglese.

    • Antonio De Rossi    Roberto Dini   

      La montagna di Carlo Mollino

      Architetture e progetti nelle Alpi

      Abitualmente descritta come una delle tante“passioni” dell’eclettico architetto torinese, la montagna per Carlo Molino (1905-1973) è in realtà uno strardinario laboratorio sperimentale ed estremo, che ha contribuito in modo sostanziale a delineare il suo fare progettuale.

      Lo studio inedito dei progetti montani di Carlo Molino in relazione al milieu sociale e culturale dell’epoca, alle influenze architettoniche italiane e internazionali, consente non solo di rinnovare l’immagine consueta e stereotipata dell’architetto-artista, ma soprattutto di comprendere l’opera di un illustre interprete di quella cultura progettuale che nel corso del Novecento ha dato un volto nuovo alle valli alpine.

      Dalle origini del modernismo alpino alla nascita di Cervinia e Sauze d’Oulx, dai rilievi delle architetture rurali ai progetti per le nuove realtà urbane valdostane, dalla reinvenzione della casa di montagna fino alla parabola discendente dell’ipermodernismo degli anni del turismo di massa, il corpus progettuale presentato nel volume traccia le geografie e le traiettorie lungo le quali si è mossa la straordinaria produzione molliniana. Progettare in montagna per Molino si trasforma in un’occasione di ricerca nuova e originale, ben lontana dai percorsi canonici della cultura architettonica del secondo dopoguerra.

    • Riccardo Di Vincenzo   

      La nascita della Galleria Vittorio Emanuele II

      Dal momento stesso della sua apparizione, la Galleria è entrata a far parte della vita e del panorama cittadino.

      Chi non ha mai fatto i celebri “quater pass in galeria”?

      Era il barometro della città secondo Emilio De Marchi e il cuore della città secondo Luigi Capuana. Franz Kafka ne era estasiato e Mark Twain dichiarò di voler trascorrere l’intera vita sotto la sua volta vetrata.

      Viene quasi da chiedersi come Milano abbia potuto vivere senza la Galleria, quando ancora non c’era. Attraverso una dettagliata ricerca archivistica Riccardo Di Vincenzo ricostruisce la tribolata storia della Galleria dei milanesi.

    • Riccardo Migliari    Marco Fasolo   

      Prospettiva

      Teoria e applicazioni

      La prospettiva si può costruire in due modi. Si può ricavare dalla pianta e dall’alzato, in un processo che si svolge sul piano e sul piano resta confinato. Oppure si può generare uno spazio prospettico e in quello, in tre dimensioni, si costruiscono le forme da rappresentare.

      Il secondo modo è quello adottato in questo libro. Prima di tutto perché è quello che ha una storia, che va dal Quattrocento ai giorni nostri; quindi perché è capace di coniugare il mondo grafico a quello digitale, con reciproco vantaggio; da ultimo perché lo spazio prospettico nel quale opera è capace di inesauribili potenzialità e sorprese. Chi avrebbe mai pensato che la camera distorta di Adelbert Ames fosse una prospettiva solida inversa? Ma è facile capirlo nel momento in cui si esplora lo spazio prospettico in tutti i suoi luoghi e non soltanto in quelli che si trovano, banalmente, davanti all’osservatore.

      Su questa idea si fondano anche le varie esperienze, qui proposte, di ampliamento e rettifica dello spazio reale, ottenute attraverso la costruzione di un opportuno spazio prospettico. Perché il mondo ha due aspetti: come è e come appare, senza che l’uno prevalga sull’altro, perché da ciascuna di queste forme deriva l’altra in perfetta e comune corrispondenza.

    • Marco Biraghi    Adriana Granato   

      L’architettura di Milano

      La città scritta dagli architetti dal dopoguerra a oggi

      Milano, nel corso degli ultimi settant’anni, è stata capace di costruirsi una propria identità: identità moderna, ma anche identità di città storicamente (oltreché geograficamente) italiana. Ed è proprio in quanto esemplare pressoché unico di una compiuta “modernità italiana” che Milano è riuscita a rimanere al passo e a istituire un proficuo dialogo con molte altre realtà europee e internazionali. Lo ha spesso fatto guidata da quei principi più pragmatici che estetici che ne hanno connotato la cifra stilistica.

      Come in un museo a cielo aperto, le vie cittadine offrono un eccellente campionario di architettura moderna e contemporanea, firmata dai nomi di celebri architetti italiani e stranieri: BBPR, Caccia Dominioni, Gardella, Rossi, Zucchi, Herzog & de Meuron, Sejima, Eisenman. Un’architettura in grado nella gran parte dei casi d’integrarsi perfettamente alla città, di rispettarne le logiche, così come di rispecchiare quel particolare mix di eleganza e rigore che nel mondo è riconosciuto come precipua caratteristica milanese.

      Il libro affida la descrizione e l’interpretazione di 150 tra gli edifici più significativi della città ad altrettanti autorevoli studiosi e protagonisti della scena architettonica attuale e si candida a diventare un punto di riferimento per chiunque vorrà ricostruire come è cambiato il volto della città a partire dal secondo dopoguerra.