Descrizione
«Mi volto. Dinanzi a me, sopra di me, terribilmente addosso, vicinissimo e lontanissimo allo stesso tempo, il Kangchenjunga, una delle più alte montagne del mondo, scintilla nel sole, come un castello incantato d’argentee sostanze lunari». Le montagne - le Apuane, le Dolomiti, l’Etna, il Tetto del Mondo o il vulcano Fuji - sono per Maraini la meravigliosa apparizione che lo ha accompagnato fin dall’adolescenza. Attraverso i brani più densi e sognanti dedicati dall’autore alle alte quote, ritroviamo in questo volume la gioia di vivere di un grande scrittore che si misura con un oggetto misterioso e dalle mutevoli sfaccettature. La neve, il granito, la roccia lavica e l’aria rarefatta dell’Himalaya sono il terreno di investigazione per un uomo mai pago di conoscenza e capace, attraverso il suo sguardo a più focali, di incantarsi di fronte al volo di una farfalla e, subito dopo, di perdersi con la mente osservando le immensità di un ghiacciaio. Gli scritti si dipanano in un arco di oltre sessant’anni comprendendo brani sorprendenti e ormai dimenticati apparsi in sedi diversissime, dal Corriere della Sera alla stampa locale, dalla rivista del Club Alpino Italiano a pubblicazioni specializzate di viaggi e geografia. Il grande indagatore di mondi, l’orientalista apprezzato in tutto il mondo, ci racconta qui la sua travolgente e inarrestabile passione per la montagna.
Note biografiche
Fosco Maraini (Firenze, 1912-2004), etno-antropologo di fama internazionale, alpinista, fotografo, documentarista, nasce in una famiglia agiata, da padre italiano e madre inglese. A 23 anni sposa la pittrice siciliana Topazia Alliata, da cui ha tre figlie: Dacia, Yuki e Toni. Nel 1937 si aggrega alla spedizione di Giuseppe Tucci alla volta del Tibet. Laureatosi in Scienze naturali a Firenze, prima della guerra si trasferisce in Giappone per compiere ricerche etnografiche. Dopo l’8 settembre si rifiuta di aderire alla Repubblica di Salò, alleata al Governo nipponico, e viene internato in un campo di concentramento con la sua famiglia. Finita la guerra è di nuovo in Italia. I decenni successivi sono dedicati a viaggi e a spedizioni alpinistiche in Asia. Nel 1966, ormai divorziato da Topazia, conosce Mieko Namiki, che sposerà e che sarà la sua compagna per il resto della vita. Diviene ricercatore al St. Anthony’s College di Oxford e alle università di Sapporo e di Kyoto, e insegna lingua e letteratura giapponese all’Università di Firenze. Tra i suoi libri: Segreto Tibet (1951), Ore giapponesi (1957), Gasherbrum IV (1960), Paropàmiso (1963), Gnosi delle fànfole (1978), Case, amori, universi (1999). Come da sue volontà, è sepolto all’Alpe di Sant’Antonio in Garfagnana, sotto le amate Apuane.