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La ristampa de Il Monte Cervino ripropone un titolo classico che ha conquistato generazioni di lettori. Pubblicato per la prima volta nel 1904 e rapidamente tradotto in inglese, francese e tedesco, questo volume diede inizio alla gloriosa tradizione della letteratura di montagna in Italia. Tra realtà e leggenda, con parole appassionate Rey descrive i luoghi e gli abitanti, gli artisti e gli studiosi che da tutta l’Europa furono attratti dal mitico monte, racconta i sacrifici e le sofferenze morali e fisiche che accompagnarono i numerosi, caparbi tentativi di conquista della vetta da parte dei protagonisti più diversi, dalle guide della Valtournanche all’abate Gorret, fino alla vittoria finale dell’inglese Whymper nel 1865. Non meno coinvolgenti sono le intense pagine autobiografiche in cui l’autore racconta i suoi rapporti con il Cervino, che segnarono profondamente la sua esistenza. Pagina dopo pagina le parole si fondono con i disegni di Edoardo Rubino e con le riprese di Vittorio Sella e dello stesso Rey, che usa la fotografia come strumento di narrazione dell’epopea alpina ottenendo effetti di sorprendente bellezza. Chiude l’opera un breve saggio sulla figura di Guido Rey scritto da Marco Albino Ferrari, noto autore, vincitore di diversi premi letterari, fondatore e direttore della rivista Meridiani Montagne.
Guido Rey nasce a Torino nel 1861 da una famiglia altolocata. Fin dall’infanzia la montagna sta ovunque intorno a lui: è nipote di Quintino Sella, il fondatore del Club Alpino Italiano (1863) e ministro del tesoro; è cugino di Vittorio Sella, il grade fotografo-esploratore. E la sua carriera di alpinista sarà costellata da importanti prime: alla Sud della Ciamarella, al crestone sud della Punta Dufour, agli speroni est e nordest del Monviso, alla cresta nord della Bessanese. In parallelo coltiva le sue due altre grandi passioni: la fotografia e la scrittura. Negli scritti che dà alle stampe emerge una montagna tutta idealizzata, scuola di vita e di morale. Nel 1897 pubblica Alpinismo a quattro mani, insieme al bozzettista Giovanni Saragat. Nel 1904 esce Il Monte Cervino, suo capolavoro, destinato a dare l’imprinting alla letteratura italiana di montagna. Dieci anni dopo è la volta di Alpinismo acrobatico, che racconta le avventure alpinistiche con il giovane Ugo De Amicis, figlio di Edmondo. Segue Il tempo che torna e, postumi, altri volumi con estratti di articoli e raccolte di testi di diversa provenienza. Dalla Grande Guerra, alla quale partecipa come volontario nella Croce Rossa, ritorna con una ferita al torace che lo segnerà per sempre. Muore nel 1935.
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