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Nell’ottobre del 1773, dopo un viaggio estenuante da Parigi, un Denis Diderot molto provato scese barcollando da una carrozza nell’inverno di San Pietroburgo. Il filosofo più sovversivo dell’Illuminismo arrivò come ospite della sovrana più ambiziosa e ammirata, l’imperatrice Caterina di Russia. Accadde qualcosa che non aveva precedenti: nell’arco di quattro mesi, ben oltre quaranta incontri privati fra queste due figure straordinarie. Diderot era venuto da Parigi per guidare – o almeno così credeva – la donna che rappresentava l’ultima grande speranza del continente di vedere un sovrano illuminato. Ma fu subito chiaro che Caterina aveva una concezione del tutto diversa, sia del proprio ruolo sia di quello dell’ospite. I filosofi, sosteneva, avevano il privilegio di scrivere su carta inanimata, mentre i sovrani dovevano farlo sulla pelle umana, sensibile al minimo tocco.
Gli incontri di Caterina e Diderot, tenuti nelle stanze private dell’imperatrice all’Hermitage, catturarono la fantasia dei contemporanei. I capi di Stato come Federico di Prussia temevano le conseguenze di quelle conversazioni, gli intellettuali come Voltaire speravano che avrebbero giovato agli scopi dell’Illuminismo.
In Caterina e Diderot Robert Zaretsky delinea le vite di questi due considerevoli personaggi e ci invita a riflettere sull’insidiosa relazione fra politica e filosofia, e fra un uomo di pensiero e una donna d’azione.
Prologo. Il mare a Scheveningen - Leggere Voltaire a San Pietroburgo - R sta per Riga - Glasnost - La zona d’ombra - L’Hermitage - Uomini ed eventi straordinari - Coliche e costituzioni - La strada non presa - Chiamate Seneca. Epilogo.
Robert Zaretsky, specializzato in storia francese, è professore di studi umanistici all’Honors College presso l’Università di Houston. È autore di molti libri, fra cui A Life Worth Living: Albert Camus and the Quest for Meaning (Cambridge, MA 2013) e Boswell’s Enlightenment (Cambridge, MA 2015). Zaretsky è il referente storico della «Los Angeles Review of Books», ha una rubrica fissa sul «The Forward» e collabora regolarmente con «The New York Times», «Los Angeles Times», «Foreign Policy» e «The Chronicle of Higher Education».
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