Suggerimenti
Qui di seguito alcuni testi suggeriti
Il modo di insegnare di mio padre non era cattedratico, non lo era per la sua natura e il suo insegnamento si radicava nelle esperienze che aveva avuto all’inizio. Era, se vogliamo dire, uno svelarsi personale sui temi proposti dagli allievi, talvolta in maniera poco urbana, sovente ironica e caustica. Lo ricordano in tanti ancora adesso. Il lavoro dell’allievo inventava il suo lavoro e il dispiegarne i ragionamenti era la maniera sua di insegnare, era la sua materia d’insegnamento. Molte erano le digressioni, o i ragionamenti che illuminavano il perché di cose esistenti, le sue o di altri. Questo suo modo d’insegnare, per sua natura effimero, Franca Semi ha avuto l’idea, dal mio punto di vista meravigliosa, di registrarlo, fissarlo appunto nel tempo. Alla maniera di uno scienziato, il suo modo silenzioso ha salvato le parole, i disegni fatti alla lavagna, il materiale, diremmo oggi, per un tempo propizio. Ne è stata gelosissima conservatrice per lunghi anni e non ha mai accettato occasioni facili - gliene sono state offerte molte -, fino ad oggi nessuna l’ha convinta. Dobbiamo a questo rigore l’aver salvato e raccolto il materiale. Il debito di riconoscenza verso Franca Semi non è soltanto mio ma sarà di quanti voltando le pagine di questa avventura ne saranno catturati. Avveniva la stessa cosa nell’archivio dei disegni: chi lo frequentava se ne innamorava e diventava a dir poco geloso, penso possa riaccadere. Sicuramente succederà a quanti scopriranno nelle pagine che io sto sfogliando quella forza che non dipende dalle parole ma dalla poesia che ne emana e questo è parte del mistero. Se questo avverrà il merito è di chi con tranquilla certezza ha messo in essere quella parte di mio padre, in particolare quella riguardante l’insegnamento, in modo così vivido da farlo intuire per intero.
Prefazione. Introduzione alle lezioni. A lezione con Carlo Scarpa: Nota sulla «traduzione» delle lezioni. I disegni - Prolusione: sull’arredamento - Piccoli particolari, valori spaziali, riferimenti letterari - Temi del corso, l’ingresso IUAV, casa Ottolenghi - Giappone, giardini, Venezia - Masieri Memorial, Wright - Banca Popolare di Verona, le automobili sono dei cafoni - Frank Lloyd Wright - Musei: Santa Caterina a Treviso, Guggenheim a New York, Abatellis a Palermo e altri - Musei: Gipsoteca Canoviana a Possagno, Castelvecchio a Verona - Il Museo di Santa Caterina come tema, l’organo della basilica dei Frari a Venezia - Giappone, Padiglione del Venezuela - La tomba Brion - La tomba Brion, la Grecia - Rapporto con tre studenti. Note alle lezioni. Indice dei nomi e dei luoghi.
Franca Semi nasce a Capodistria il 16 maggio 1943. Laureata presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV) nel 1970 (relatore Carlo Scarpa), ha collaborato ai progetti di Scarpa per il teatro Carlo Felice di Genova e al concorso per il teatro municipale di Vicenza. Dal 1968 ha collaborato con Scarpa per il progetto della sede della Fondazione A. Masieri a Venezia, e dopo la sua morte ha concluso l’opera (inaugurata nel 1983). Già borsista e ricercatore universitario, nel 1988 vince un concorso nazionale per professore associato, ricoprendo la cattedra di Arredamento e Architettura degli Interni presso l’IUAV, fino al 2003. Svolge attività professionale a Venezia. Ha collaborato all’allestimento di grandi mostre d’arte a Verona e a Venezia; ha realizzato numerosi progetti di restauro e ristrutturazione di interni privati; nel 1993 ha realizzato nel campo del Ghetto di Venezia il “Monumento agli ebrei scomparsi nei campi nazisti”. Ha pubblicato scritti sulla tipologia dell’edilizia veneziana, su questioni di museografia e su Carlo Scarpa.
Carlo Scarpa (Venezia 1906 - Sendai, Giappone, 1978) è stato uno dei maggiori architetti del XX secolo. La sua formazione artistica e intellettuale inizia in ambiente veneziano e a Venezia si diploma, nel 1926, presso l’Accademia di Belle Arti. La frequentazione di personalità artistiche e intellettuali veneziane e internazionali negli anni della formazione ampliano l’orizzonte dei suoi interessi che travalicano i limiti ristretti imposti dalle circostanze storiche. La sua collaborazione con l’industria vetraria muranese, dal 1933 al 1947, documenta, oltre a una creativa interpretazione della tecnica, anche l’attenzione rivolta alle esperienze della Secessione viennese, all’Oriente, a Frank Lloyd Wright. Dal 1948 avvia una lunga collaborazione con la Biennale di Venezia, sperimentando e affinando l’arte dell’allestimento. Già allievo di Guido Cirilli, Scarpa inizia la sua attività didattica presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia nel 1926 per terminarla nel 1976. Dell’IUAV fu anche direttore dal 1971 al 1974. Nel 1956 riceve il premio Olivetti. Tra le sue opere più importanti sono da ricordare: il museo Abatellis a Palermo (1953-1954), il negozio Olivetti a Venezia (1957-1958), il museo di Castelvecchio a Verona (1957-1975), la Fondazione Querini Stampalia a Venezia (1961-1963), il cimitero Brion a San Vito di Altivole (1969-1978) e la sede della Banca Popolare di Verona (1973-1978).
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