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    • Ernst Neufert   

      Enciclopedia pratica per progettare e costruire

      Fondamenti, norme e prescrizioni per progettare, costruire, dimensionare e distribuire a misura d’uomo

      Il Neufert, standard riconosciuto per tutti gli architetti e gli ingegneri civili, spazia dai dettagli dei singoli componenti costruttivi alla sistemazione degli ambienti esterni, toccando temi e ambiti specialistici come gli impianti, il risparmio energetico o la sostenibilità ambientale, riuscendo a coniugare la forte tradizione del progettare e costruire secondo la regola dell’arte con i nuovi scenari legati all’evoluzione delle tecnologie e del modo di vivere.

      Nell’opera l’individuo viene posto al centro della progettazione e viene considerato nelle dimensioni e nelle proporzioni, ma anche nella sua interezza, così da poter definire e costruire oggetti e ambienti che rispondano al meglio alle sue esigenze funzionali, prestazionali e al suo benessere psicomotorio.

      La 10ª edizione italiana, condotta sulla 43ª edizione tedesca, è stata integralmente rivista e puntualmente aggiornata, sia per poter considerare l’evoluzione del quadro normativo, sia per dare maggiore spazio e risalto ad alcune tematiche come, per esempio, quelle dell’accessibilità e del risparmio energetico, oltre a introdurre alcuni argomenti recenti come la modellazione informativa.

      Senza stravolgere l’impostazione del testo originale, l’edizione italiana è caratterizzata da un attento adattamento di una notevole quantità di informazioni, soluzioni di dettaglio, criteri di progettazione e costruzione secondo il panorama normativo e il contesto costruttivo e architettonico italiano.

    • Enrico Morteo    Orsina Simona Pierini   

      Nelle case. Milan Interiors 1928-1978

      Il libro entra nelle case di Milano per documentare l’evoluzione dello spazio abitato. Dai rigori razionalisti alla deflagrazione del post-moderno, gli autori ripercorrono l’evoluzione sociale e culturale di una città alle prese con il progetto del futuro. Un paesaggio che prende forma a partire dalle curiosità delle riviste e dalle sperimentazioni della Triennale, registrando le accelerazioni dell’arte e l’affermarsi di un nuovo ruolo degli oggetti.

      Tra il canone dell’architettura e le molteplici biografie individuali, da Piero Portaluppi a Nanda Vigo, da Luigi Caccia Dominioni a Salvati e Tresoldi, da Gio Ponti a Joe Colombo. Emerge un ritratto di Milano più intimo e discreto, qualche volta prevedibile, spesso inatteso. Un nuovo sguardo sulla città anche attraverso centinaia di fotografie, in bianco e nero e a colori. Un racconto in italiano e in inglese.

    • Antonio De Rossi    Roberto Dini   

      La montagna di Carlo Mollino

      Architetture e progetti nelle Alpi

      Abitualmente descritta come una delle tante“passioni” dell’eclettico architetto torinese, la montagna per Carlo Molino (1905-1973) è in realtà uno strardinario laboratorio sperimentale ed estremo, che ha contribuito in modo sostanziale a delineare il suo fare progettuale.

      Lo studio inedito dei progetti montani di Carlo Molino in relazione al milieu sociale e culturale dell’epoca, alle influenze architettoniche italiane e internazionali, consente non solo di rinnovare l’immagine consueta e stereotipata dell’architetto-artista, ma soprattutto di comprendere l’opera di un illustre interprete di quella cultura progettuale che nel corso del Novecento ha dato un volto nuovo alle valli alpine.

      Dalle origini del modernismo alpino alla nascita di Cervinia e Sauze d’Oulx, dai rilievi delle architetture rurali ai progetti per le nuove realtà urbane valdostane, dalla reinvenzione della casa di montagna fino alla parabola discendente dell’ipermodernismo degli anni del turismo di massa, il corpus progettuale presentato nel volume traccia le geografie e le traiettorie lungo le quali si è mossa la straordinaria produzione molliniana. Progettare in montagna per Molino si trasforma in un’occasione di ricerca nuova e originale, ben lontana dai percorsi canonici della cultura architettonica del secondo dopoguerra.

    • Riccardo Di Vincenzo   

      La nascita della Galleria Vittorio Emanuele II

      Dal momento stesso della sua apparizione, la Galleria è entrata a far parte della vita e del panorama cittadino.

      Chi non ha mai fatto i celebri “quater pass in galeria”?

      Era il barometro della città secondo Emilio De Marchi e il cuore della città secondo Luigi Capuana. Franz Kafka ne era estasiato e Mark Twain dichiarò di voler trascorrere l’intera vita sotto la sua volta vetrata.

      Viene quasi da chiedersi come Milano abbia potuto vivere senza la Galleria, quando ancora non c’era. Attraverso una dettagliata ricerca archivistica Riccardo Di Vincenzo ricostruisce la tribolata storia della Galleria dei milanesi.

    • Riccardo Migliari    Marco Fasolo   

      Prospettiva

      Teoria e applicazioni

      La prospettiva si può costruire in due modi. Si può ricavare dalla pianta e dall’alzato, in un processo che si svolge sul piano e sul piano resta confinato. Oppure si può generare uno spazio prospettico e in quello, in tre dimensioni, si costruiscono le forme da rappresentare.

      Il secondo modo è quello adottato in questo libro. Prima di tutto perché è quello che ha una storia, che va dal Quattrocento ai giorni nostri; quindi perché è capace di coniugare il mondo grafico a quello digitale, con reciproco vantaggio; da ultimo perché lo spazio prospettico nel quale opera è capace di inesauribili potenzialità e sorprese. Chi avrebbe mai pensato che la camera distorta di Adelbert Ames fosse una prospettiva solida inversa? Ma è facile capirlo nel momento in cui si esplora lo spazio prospettico in tutti i suoi luoghi e non soltanto in quelli che si trovano, banalmente, davanti all’osservatore.

      Su questa idea si fondano anche le varie esperienze, qui proposte, di ampliamento e rettifica dello spazio reale, ottenute attraverso la costruzione di un opportuno spazio prospettico. Perché il mondo ha due aspetti: come è e come appare, senza che l’uno prevalga sull’altro, perché da ciascuna di queste forme deriva l’altra in perfetta e comune corrispondenza.

    • Marco Biraghi    Adriana Granato   

      L’architettura di Milano

      La città scritta dagli architetti dal dopoguerra a oggi

      Milano, nel corso degli ultimi settant’anni, è stata capace di costruirsi una propria identità: identità moderna, ma anche identità di città storicamente (oltreché geograficamente) italiana. Ed è proprio in quanto esemplare pressoché unico di una compiuta “modernità italiana” che Milano è riuscita a rimanere al passo e a istituire un proficuo dialogo con molte altre realtà europee e internazionali. Lo ha spesso fatto guidata da quei principi più pragmatici che estetici che ne hanno connotato la cifra stilistica.

      Come in un museo a cielo aperto, le vie cittadine offrono un eccellente campionario di architettura moderna e contemporanea, firmata dai nomi di celebri architetti italiani e stranieri: BBPR, Caccia Dominioni, Gardella, Rossi, Zucchi, Herzog & de Meuron, Sejima, Eisenman. Un’architettura in grado nella gran parte dei casi d’integrarsi perfettamente alla città, di rispettarne le logiche, così come di rispecchiare quel particolare mix di eleganza e rigore che nel mondo è riconosciuto come precipua caratteristica milanese.

      Il libro affida la descrizione e l’interpretazione di 150 tra gli edifici più significativi della città ad altrettanti autorevoli studiosi e protagonisti della scena architettonica attuale e si candida a diventare un punto di riferimento per chiunque vorrà ricostruire come è cambiato il volto della città a partire dal secondo dopoguerra.

    • Roberto Aloi   

      Nuove architetture a Milano / New Works of Architecture in Milan

      La città dalla ricostruzione al boom economico (1945-1958) in un classico dell’epoca

      Il libro - un’istantanea della Milano del boom economico quando nuove architetture stavano cambiando il volto della città - assume a sessant’anni di distanza il valore di documento storico, integrato per ogni edificio da schede e fotografie che ne documentano lo stato attuale.

      Dopo i bombardamenti della guerra Milano rinasce con grande velocità. Roberto Aloi, in questo volume pubblicato nel 1958, documenta il fervore edilizio che interessa grattacieli, palazzi per uffici, condomini, scuole, ospedali, biblioteche, musei, chiese, teatri. Ognuna delle 70 schede è un identikit dell’edificio attraverso fotografie, dettagli, disegni, piante.

      In questa edizione, curata da Marco Strina, grafico e studioso dell’archittettura milanese, e Marco Biraghi, docente di Storia dell’architettura al Politecnico di Milano, ogni edificio è accompagnato da una scheda storico-critica redatta da esperti che inquadra criticamente l’edificio e ne narra il destino, raffigurato, se tuttora esistente, attraverso una fotografia attuale di Stefano Topuntoli.

    • Franca Semi   

      A lezione con Carlo Scarpa

      Il modo di insegnare di mio padre non era cattedratico, non lo era per la sua natura e il suo insegnamento si radicava nelle esperienze che aveva avuto all’inizio. Era, se vogliamo dire, uno svelarsi personale sui temi proposti dagli allievi, talvolta in maniera poco urbana, sovente ironica e caustica. Lo ricordano in tanti ancora adesso. Il lavoro dell’allievo inventava il suo lavoro e il dispiegarne i ragionamenti era la maniera sua di insegnare, era la sua materia d’insegnamento. Molte erano le digressioni, o i ragionamenti che illuminavano il perché di cose esistenti, le sue o di altri. Questo suo modo d’insegnare, per sua natura effimero, Franca Semi ha avuto l’idea, dal mio punto di vista meravigliosa, di registrarlo, fissarlo appunto nel tempo. Alla maniera di uno scienziato, il suo modo silenzioso ha salvato le parole, i disegni fatti alla lavagna, il materiale, diremmo oggi, per un tempo propizio. Ne è stata gelosissima conservatrice per lunghi anni e non ha mai accettato occasioni facili - gliene sono state offerte molte -, fino ad oggi nessuna l’ha convinta. Dobbiamo a questo rigore l’aver salvato e raccolto il materiale. Il debito di riconoscenza verso Franca Semi non è soltanto mio ma sarà di quanti voltando le pagine di questa avventura ne saranno catturati. Avveniva la stessa cosa nell’archivio dei disegni: chi lo frequentava se ne innamorava e diventava a dir poco geloso, penso possa riaccadere. Sicuramente succederà a quanti scopriranno nelle pagine che io sto sfogliando quella forza che non dipende dalle parole ma dalla poesia che ne emana e questo è parte del mistero. Se questo avverrà il merito è di chi con tranquilla certezza ha messo in essere quella parte di mio padre, in particolare quella riguardante l’insegnamento, in modo così vivido da farlo intuire per intero.