Descrizione
Dall’Introduzione: “La mia non è stata un’indagine sistematica ma un viaggio nella tradizione lombarda, un percorso attraverso le parole dialettali, i modi di dire, i proverbi, le tradizioni, gli scrittori, gli eventi storici, i luoghi, in quest’ultimo caso con una predilezione per le montagne conosciute in tanti anni di alpinismo. Sono insomma voci per un dizionario ancora tutto da scrivere e probabilmente, per la vastità della materia, impossibile da completare. Illustrano momenti e aspetti della cultura lombarda, cercando di porre in luce alcuni dei tratti che caratterizzano questa terra e le sue genti. Potrei anche dire che questa è la mia Lombardia, così come si è venuta delineando, per contrasto con le altre regioni, agli occhi di uno studioso che per un trentennio ha approfondito la geografia e la storia della letteratura italiana. In compenso mi pare che questo libro sia uno dei non molti dizionari che si possono leggere da cima a fondo, una voce al giorno, come un breviario delle radici e dell’identità lombarde”.
Note biografiche
Franco Brevini (Milano, 1951), ha pubblicato una ventina di volumi fra cui: Pasolini (Mondadori 1981); Poeti dialettali del Novecento (Einaudi, 1987); Le parole perdute. Dialetti e poesia nel nostro secolo (Einaudi 1990); La poesia in dialetto. Storia e testi dalle origini al Novecento, 3 voll., (Mondadori 1999), Un cerino nel buio. Come la cultura sopravvive a barbari e antibarbari (Bollati Boringhieri 2008). Ha allestito edizioni critiche di alcuni autori di Sette e Ottocento e ha collaborato alle maggiori storie della letteratura degli ultimi anni. Ha inoltre pubblicato volumi autobiografici legati alla sua passione per i viaggi e l’alpinismo, fra cui: Ghiacci. Uomini e avventure dalle Alpi al Grande Nord (Mondadori 2002), Rocce. Dal Borneo alle Lofoten, dalle Alpi al Sahara. Avventure di uomini in scalata (Mondadori 2004). È professore di Letteratura italiana e di Letteratura italiana contemporanea presso l’Università Iulm di Milano e l’Università di Bergamo. Collabora da una ventina d’anni al “Corriere della Sera”.