#Ibridocene è un breve saggio che raccoglie le riflessioni a margine di una serie di dialoghi, condotti da Paolo Iabichino in pieno lockdown e chiusi insieme a Luciano Floridi, che qui fornisce un vademecum per l’età ibrida, attorno al tempo sospeso e carico di contraddizioni che chiunque di noi sta vivendo.
Gli ultimi anni sono stati quelli di un’età di mezzo che ha superato la fluidità del postmoderno, per affacciarsi su un contemporaneo difficile da decifrare e definire. La pandemia ha accelerato un guado che si era ormai reso urgente e necessario, ma non possiamo affidarci alla famigerata “nuova normalità”.
Il nuovo tempo richiede uno sforzo inedito, quello della convivenza tra poli che fino a qualche tempo fa sembravano essere contrapposti. Siamo di fronte a un bivio antropologico: da una parte il ritorno alle strade già battute, dall’altra un sentiero decisamente inesplorato dove ci sono solo pochissime tracce, quelle di chi sta provando a mostrare rotte misteriose, ma ricco di nuove opportunità.
#Ibridocene focalizza l’attenzione sui temi della tecnologia, che, ovviamente, deve fare i conti con i criteri dell’empatia, ma ci sono anche il linguaggio, il nuovo modo di stare sul mercato e di fare comunicazione, e non ultima l’attenzione che ciascuno di noi deve porre al proprio gemello digitale, incastrato dentro una soglia fatta di atomi e bit.