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Pubblicato dall’editore parigino Gallimard nel 1961, Les conquérants de l’inutile riceve l’immediato favore di un pubblico vastissimo, non solo per la fama internazionale del suo autore – il più grande alpinista francese del momento – ma per la qualità letteraria rivelata in pagine inaspettatamente sofferte, sincere e originali.
Lionel Terray partecipa alle più importanti spedizioni extraeuropee. Le sue conferenze sono affollatissime. I film che lo vedono protagonista – sia documentari sia a soggetto – vincono le prime edizioni del Festival di Trento.
Negli anni Cinquanta, Terray è una stella delle alte quote, quando iniziano a essere viste con occhi nuovi, entusiastici, e i volti degli scalatori appaiono sulle copertine dei settimanali di grande tiratura.
Un clima culturale che esce vivido dalle pagine di questa autobiografia “antieroica”, grande classico della letteratura di montagna dal titolo provocatorio e allo stesso tempo elegiaco.
Conquistare l’inutile è l’apparente dichiarazione di un fallimento. Che in realtà nasconde il gesto nobile di un agire gratuito,
lontano dalle logiche quotidiane. Solo grazie a quell’inutile si può mettere a rischio la vita, si possono affrontare fatiche immani. Si può arrivare al limite, per toccare una cima.
Prefazione di Marco albino Ferrari. La scoperta della montagna - Il muro del collegio - Prime conquiste - La Dent du Caïman - L’incontro con Lachenal - La parete nord dell’Eiger - Il salvataggio - Il mestiere di guida - Verso l’Annapurna - Marcia di avvicinamento - Una vittoria drammatica - Ritorno alla vita - Il Cervino degli antipodi - Verso nuove vittorie - Il picco impossibile - Il bilancio di un aspirante pastore. Cronologia di una vita in montagna.
Lionel Terray nasce a Grenoble nel 1921 da una famiglia colta e agiata. Ben presto abbandona gli studi e si dedica allo sci agonistico, raggiungendo importanti risultati. Dopo la guerra, che lo vede impegnato nella causa della Resistenza, entra a far parte della prestigiosa Compagnia delle Guide di Chamonix e inizia a condurre clienti su itinerari di estrema difficoltà. Con compagni d’eccezione come Gaston Rébuffat e Louis Lachenal mette a segno alcune imprese che hanno fatto epoca, come la seconda salita della Nord dell’Eiger. Nel 1950 prende parte alla spedizione francese all’Annapurna, il primo Ottomila a essere scalato. Poi è la volta del Fitz Roy in Patagonia, del Makalu, dello Jannu che salirà nel 1962, l’anno dopo l’uscita del libro. Nel 1964 sarà in Alaska, sul Monte Huntington. Morirà il 23 settembre dell’anno dopo con la giovane guida Marc Martinetti, durante una scalata su roccia vicino a Grenoble.
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