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Chissà se riusciremo davvero a presentarlo al Festival di Trento, ci si chiede un po’ assonnati nella soffitta di via Crispi, alla periferia di Varese, mentre alle due di notte Diemberger e i suoi amici registrano la colonna sonora de La Grande Cresta di Peutérey. In quei quattrocentocinquanta metri di pellicola a colori è racchiusa un’impresa per pochi, tentata invano persino da Hermann Buhl e Gaston Rébuffat: otto chilometri di scalata sulla via più lunga delle Alpi. Cinque giorni fuori dal mondo che, come ovvio, conquisteranno la temuta giuria all’undicesima edizione del festival (1962). Siamo nel cuore dell’Epoca d’oro del Sesto grado e Diemberger si muove da protagonista, non solo come campione dell’esplorazione verticale, ma anche come regista, fotografo, scrittore, conferenziere e acuto divulgatore alle prese con scogliere sul mare, mappe imprecise, ghiacciai, sguardi di altri mondi e indimenticabili compagni di cordata. Tra zero è ottomila racconta quegli anni irripetibili dove tutto è ancora “da fare”, dove tutto è ancora una scoperta anche se non certo a portata di mano. Uscito per la prima volta cinquanta anni fa (1970) – e qui rivisto dall’autore e arricchito da nuovi testi e apparati iconografici – è questo un testo-monumento della letteratura di montagna, che ha sedotto generazioni di lettori-alpinisti portandoli via su cime dai nomi fiabeschi, il Broad Peak il Dhaulagiri, il Chogolisa, il Tirich Mir, e lungo tante altre tappe di una vita che è storia dell’alpinismo.
Prologo - Pagina zero - L’astronauta - La bicicletta del nonno - La Grande Cresta nel fascino dell’Everest - Spedizione al Cervino - Un passo - Contabilità e trazioni - La cordata - Dalla Svizzera con amore - La Meringa gigante - Broad Peak, il mio primo ottomila - Chogolisa - Eigerwand: perché mai? - Calanques: una lezione di francese - Cinque giorni sulla Grande Cresta - Geometria alpina - Dhaulagiri: il Monte Bianco dell’Himalaya - Herbert Tichy - 81... L’esame e il poliziotto - Il punto morto - La quarta dimensione - Aiguille Noire: nella bufera sul vascello fantasma - Più alto del volo dell’aquila - La cavalcata dei “settemila” - La Nord del Tirich West IV (7338 metri) - Una mela sul Tirich Mir (7708 metri) - Trecentosessanta milioni d’anni - Uchlok Navok... Un canto e tre parole groenlandesi - Tra il Gran Sasso, Salisburgo e... - Altamira: nella cattedrale dell’Era glaciale - Cristalli - Appendice fotogtafica
Kurt Diemberger nasce a Villach, in Carinzia, nel 1932. Alpinista di fama internazionale, è l’unico in vita ad aver salito due ottomila in prima assoluta. Vincitore nel 2013 del Piolet d’Or alla carriera, ha compiuto innumerevoli scalate su pareti vergini e in invernale. Ha portato la sua pesante Arriflex sulle cime più alte del pianeta per girare indimenticabili racconti di scalata; con Julie Tullis ha dato vita al leggendario The highest film team in the world. Tra i suoi libri più noti Il settimo senso, Enigma Himalaya, K2 il nodo infinito. Oggi vive sulle colline di Bologna e compie continui viaggi per replicare le sue trascinanti conferenze, sempre applaudite da folti pubblici di estimatori.
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